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Fassina (LeU): «Sì a Draghi, ma dialogo con M5s per elezioni a settembre»

Stefano Fassina (LaPresse)
Stefano Fassina (LaPresse)

Se non si ricorrerà al voto, per l’esponente della coalizione di sinistra, si rischia «l’assalto dei barbari come a Washington». Con il sì incondizionato al nuovo esecutivo inoltre il centrosinistra perderà terreno: «Confermi che sei sostanzialmente al servizio e non esprimi niente di originale» e apprezza Giorgia Meloni. Ridimensiona il pericolo contagio paventato da Mattarella: «Non ci sono prove scientifiche in questo senso»

  • Stefano Fassina, il deputato parte di LeU con la sua fazione minoritaria sotto la sigla “Patria e costituzione”, va controcorrente: «Sto parlando con il Pd e con il Movimento per convincerli a condizionare il sì a Draghi alla data delle elezioni. Tra i Cinque stelle questa posizione sta trovando attenzione».
  • Per lui «questo permetterebbe di aderire alla proposta del presidente Sergio Mattarella senza però cancellare la residua autonomia della politica». Su questo «c’è sintonia con Bettini» anche se non è la linea dei dem.
  • Fassina critica il Pd perché sta cercando di portare tutti verso il sì incondizionato a Draghi, invece apprezza una parte del centrodestra: «Giorgia Meloni brilla per autonomia politica perché riesce a sottrarsi a questa morsa culturale».

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