Molti nemici, molto onore. Nella brochure che Fratelli d’Italia ha pubblicato per celebrare il primo anno della destra al governo, la parola «sinistra» ricorre per sei volte, più due al plurale. Dopotutto non sono molti i successi da rivendicare. Così, in vista dell’evento clou di domenica a Roma – di cui fino a ieri non si conosceva il programma, se non che interverrà Giorgia Meloni – la sinistra “sporca e cattiva” è un nemico sempre utile da evocare.

L’attacco sistematico comincia a pagina 8, con l’immigrazione e la «lotta ai trafficanti», per cui «le sinistre» sono accusate di «immobilismo». Pazienza che il governo finora non abbia portato risultati visibili. Con il capitolo “Lotta alla mafia: nessun passo indietro” la critica diventa meno garbata.

L’obiettivo è quello di rivendicare l’arresto di Matteo Messina Denaro (non è chiaro quali siano gli effettivi meriti della premier), ma c’è anche un passaggio in difesa del 41 bis con riferimento all’anarchico Alfredo Cospito: «Per una voluta inerzia delle sinistre questa norma stava per essere demolita dalla Corte costituzionale. E mentre il terrorista Cospito - sostenuto dalla sinistra – intraprendeva lo sciopero della fame».

I rave party

I meloniani, insomma, tengono il punto. In fondo è più o meno l’accusa che Giovanni Donzelli, coordinatore del partito, aveva rivolto in aula al Pd, facendo nascere il caso dei documenti riservati usciti dal ministero della Giustizia per mano del sottosegretario Andrea Delmastro. Una vicenda causa di imbarazzo, ma che adesso diventa punto d’orgoglio.

A pagina 15 tocca ai «rave party illegali». Una delle prime azioni del governo, che per l’occasione ha trasformato in emergenza qualcosa che emergenza non era. Per il governo comunque necessaria: «Con i governi di centrosinistra si era diffusa l’idea che l’Italia fosse una sorta di zona franca per i rave party illegali». Non poteva poi mancare la “liberazione” della Rai.

«Dopo anni di immobilismo (ancora una volta, ndr) e di occupazione militare da parte della sinistra – si legge –, si sono finalmente restituiti alla Rai pluralismo, dignità, programmazione e prospettive di crescita e sviluppo». Basterebbe citare il caso Marcello Foa, senza scomodare la fuga dei volti storici di viale Mazzini, per valutare il «pluralismo» e la «dignità» della nuova Rai.

Turisti per caso

La vera battaglia identitaria, però, è quella che riguarda le guide turistiche, con «l’introduzione di un elenco nazionale e standard unici per l’abilitazione». Una riforma per «una categoria di lavoratori trascurata per anni da una sinistra distante da chi lotta quotidianamente per valorizzare la cultura del nostro Bel Paese». Immancabile il Pnrr, che per la brochure «procede senza ritardi» a differenza di «quanto vorrebbe far credere la disinformazione della sinistra».

Chissà se il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che lancia l’allarme da mesi, fa parte di questi falsificatori. Non c’è la sinistra, ma merita una menzione il paragrafo sul Frecciarossa Roma-Pompei (il treno «prova tangibile» dell’«impegno encomiabile» del governo), dimenticando che la concorrenza offre già un servizio migliore.

La firma di questa opera viene attribuita a due fedelissimi: il deputato Francesco Filini, addetto al programma, rampollo del centro studi fondato dal sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e, per la grafica, Andrea Moi, responsabile comunicazione e «direttore creativo», ideatore quest’estate del cruciverba del patriota. Un altro cimelio da collezione.

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