La vicenda della ventiduenne veneta, Giulia Cecchettin, ha avuto l’esito più tragico. Di lei e dell’ex fidanzato si erano perse le tracce sabato scorso e ieri il suo corpo è stato ritrovato in un canalone, vicino a un lago in provincia di Pordenone. Del ragazzo, Filippo Turetta, invece, non c’è ancora traccia ma la sua auto è stata ritrovata in un parcheggio vicino al lago e la procura ha lanciato un appello perchè si costituisca.

La vicenda, che è culminata in quello che ha tutti i connotati dell’ennesimo femminicidio, ha provocato le reazioni anche del mondo politico. In particolare la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha lanciato un appello direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per «lasciare da parte lo scontro politico e fare un passo avanti in parlamento» perchè si possa approvare una legge bipartisan che «introduca l’educazione al rispetto e all’affettività in tutte le scuole d’Italia». La premessa della segretaria, che si è rivolta a Meloni ma anche a tutte le altre forze politiche, è che «Non basta la repressione se non si fa prevenzione». Ha poi lanciato un appello rivolto soprattutto agli uomini, «perché non può essere un grido e un impegno solo delle donne in lotta per la propria libertà. Il problema della violenza di genere è un problema maschile. Serve consapevolezza per sradicare la cultura patriarcale di cui è imbevuta la nostra società».

Anche Meloni è intervenuta sui social per commentare la tragica notizia, parlando di «notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile». Nessun commento, invece, sulla proposta lanciata da Schlein.

Non è la prima volta che la segretaria del Pd ha proposto a Meloni una collaborazione sul tema e a lei ha invece risposto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara: «Apprezzo che Schlein condivida con noi l'idea di educare al rispetto nelle scuole contro la violenza e la cultura maschilista. Già ci stiamo lavorando», ha detto, e «la proposta è pronta e verrà nei prossimi giorni presentata ufficialmente».

Serve educare

Già la prossima settimana potrebbe diventare legge il ddl contro la violenza sulle donne: varato dal consiglio dei ministri di giugno e approvato alla Camera con l’astensione dell’opposizione, ora passa al Senato dove dovrebbe svolgersi una votazione lampo. Le norme hanno lo scopo di rendere più efficace il Codice rosso, con un rafforzamento degli strumenti di prevenzione come l’ammonimento, il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento, anche per i cosiddetti “reati spia” come lo stalking. Sono previste anche nuove regole per gli arresti in flagranza differita e per favorire la formazione di magistrati e polizia giudiziaria. La ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, ha fatto sapere che «è già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole che illustreremo nei prossimi giorni».

La questione assume dunque inevitabili risvolti politici, proprio nei giorni in cui il governo ha portato e approvato in consiglio dei ministri un nuovo pacchetto sicurezza. La linea del governo fino ad oggi in materia penale è stata principalmente quella di inasprire le pene per i reati, oltre che introdurne di nuovi. «Anche Giulia è stata uccisa da un uomo. Anche stavolta ci diremo che non deve accadere mai più, ma perché davvero smetta di succedere non bastano pene severe, serve educare alle relazioni sane. O lo capiamo in fretta o questa strage continuerà ancora», ha scritto la vicepresidente della Camera del Pd, Anna Ascani.

 

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