Per restare nel rullo delle notizie collegate alla morte di Silvio Berlusconi a Matteo Salvini non è bastata la trovata di pubblicare il video di quando si è tagliato la barba per una scommessa con il fondatore di Forza Italia. La decisione già all’epoca non gli aveva portato fortuna, dieci giorni dopo Berlusconi stesso aveva consigliato a Salvini di farsi ricrescere la barba, racconta il segretario del Carroccio nel post Instagram. Anche in questi giorni, il leader della Lega è finito in secondo piano. Seduto in seconda fila al funerale, nascosto dai necrofori e dai carabinieri durante le condoglianze alla famiglia, nella copertura video dell’evento, di fatto, Salvini è passato quasi inosservato. 

Una metafora visiva per quel che è successo a livello politico. Alla fine del funerale, Meloni – in prima fila durante la cerimonia, commossa e pregante – ha scambiato poche parole con Marina Berlusconi, ma ha già assicurato che si farà risentire. Difficile che non si parli del futuro di Forza Italia. Una promessa che, a quanto risulta, non è stata fatta alla stessa maniera da Salvini. Tagliato fuori, nelle immagini e nei fatti, dall’intesa puramente femminile che lega Marina, Marta Fascina e Giorgia Meloni

Ora, dunque, il pensiero dell’ex capitano è rivolto ai prossimi mesi. i parlamentari leghisti sottolineano che è ancora troppo presto per prendere anche solo in considerazione l’idea di assorbire una parte di Forza Italia, se il partito dovesse davvero esplodere. Più avanti, si vedrà.

«Non c’è intenzione di “fare shopping”, ma certo, se un domani qualcuno dovesse decidere dopo un processo politico interno al partito di rivolgersi a noi, prenderemo in considerazione di accoglierlo» dice un deputato di lungo corso. Insomma, le porte non sono chiuse, ma neanche indiscriminatamente aperte: difficile pensare a campagne acquisti immediate, ma i rapporti tra Salvini e alcune frange del partito sono molto più solidi di quelle che intrattiene con Berlusconi e Fascina, le due nuove capofamiglia. 

C’è anche un tema di compatibilità. Lo stesso che si prospetta in Fratelli d'Italia, dove si profila il rischio che lo zoccolo duro del partito, quello che è cresciuto in Alleanza nazionale, o ancor prima nel Movimento sociale, possa storcere il naso di fronte a eventuali innesti forzisti. Il discorso è simile per la Lega: «È difficile immaginare Alessandro Cattaneo (ex capogruppo a Montecitorio, ndr), che fino a ieri spingeva per una linea dialogante sul Mes, iniziare a lottare insieme a noi contro Bruxelles», dice un leghista. 

La famiglia

I più indiziati restano i “ronzulliani”: alla capogruppo di Forza Italia al Senato sono da sempre accreditate relazioni ottime con il capo della Lega. Ma per adesso in quella zona di Forza Italia c’è attesa. Difficile però che, nonostante la maretta nel partito, Ronzulli e i suoi – primo fra tutti Alessandro Cattaneo, già capogruppo a Montecitorio, e i parlamentari lombardi, che dipendevano da lei in quanto coordinatrice regionale – possano decidere di muoversi a stretto giro. 

Oltre al Senato, dove i numeri della maggioranza sono più esigui e ogni senatore che vota a sostegno del governo è preziosissimo (un elemento che ha ben presente anche Matteo Renzi, a sua volta interessato ad aggredire Forza Italia dal fronte moderato), Salvini tiene d’occhio anche la Lombardia. Era quello il feudo di Ronzulli fin quando è stata coordinatrice regionale di quel che è stato a lungo cuore del berlusconismo. Ora, al suo posto, c’è Alessandro Sorte, assessore alle infrastrutture in Regione e fedelissimo di Fascina. Ma c’è interesse anche per gli ex parlamentare: tra chi si sta occupando del dossier viene citato per esempio Andrea Mandelli, già vicepresidente della Camera. 

A via Bellerio, Salvini è disposto ad aspettare. Ma non troppo. Le elezioni europee incombono, e se Forza Italia non dovesse sopravvivere un altro anno, accaparrarsi qualche punto percentuale di consensi non dispiacerebbe al segretario del Carroccio. Più difficile invece la Lega riesca a far saltare la manovra di avvicinamento tra conservatori e Partito popolare europeo a cui stanno lavorando i ministri Antonio Tajani e Raffaele Fitto, ma su quell’operazione pendono incognite che vanno oltre il dibattito politico nazionale. 

Resta però da vedere cosa deciderà di fare del partito la famiglia, prima finanziatrice e creditrice di Forza Italia. «Se i Berlusconi prendessero un’iniziativa avrebbe una forte valenza simbolica. Magari – scherza un parlamentare leghista – tengono pure il Monza. Sono tutti in attesa, i tifosi e i parlamentari». Ma nella sede del Carroccio sanno bene che, se dovessero muoversi la primogenita Marina – che ha avallato, insieme a Tajani, le nomine in Forza Italia messe in cantiere da Fascina – e la fidanzata di Berlusconi, difficilmente cercherebbero l’alleanza con Salvini.

Fascina aveva un ottimo rapporto con il segretario della Lega giovani Luca Toccalini, uno che può sempre contare su un filo diretto con il segretario. Ultimamente il legame si sarebbe un po’ raffreddato: il leader della Lega difficilmente potrà contare su appoggi interni al partito. Ma le speculazioni sul futuro di Forza Italia sono appena all’inizio. 

© Riproduzione riservata