«A causa di una temporanea carenza di personale e su richiesta della struttura di line competente, un redattore ordinario ha svolto per una durata circoscritta attività di monitoraggio della programmazione con l’obiettivo di agevolare la divisione dei turni». La sconfitta di Maurizio Gasparri emerge tutta da queste righe (e da quelle che seguono) nella risposta della Rai alla sua interrogazione sulla condotta di Vittorio Di Trapani a Rainews.

La vicenda risale a metà agosto, quando il senatore azzurro aveva iniziato a rivolgere le sue attenzioni all’ex segretario dell’Usigrai: Gasparri aveva rivolto attraverso la commissione di Vigilanza Rai un’interrogazione sulla sua condotta in redazione a Rainews dopo il termine del mandato del sindacato. Secondo il parlamentare, Di Trapani avrebbe svolto mansioni al di sopra del suo grado di redattore ordinario. Gasparri aveva accompagnato la sua richiesta con una serie di tweet dal tono piuttosto acceso in cui si mascherava dietro il gioco di parole sul cognome del dipendente Rai senza citarlo mai esplicitamente: «Ma questo giornalista è di Roma o di Trapani?»

A inizio settembre, l’azienda aveva risposto per firma di Angela Mariella, direttrice delle relazioni pubbliche, ma il documento, pur protocollato dalla commissione il 4, era stato successivamente ritirato dalla Rai. Il testo smentiva i sospetti di Gasparri: «In primo luogo, è opportuno premettere che in azienda la pianificazione e la validazione dei turni orari è di competenza del responsabile delle redazioni delle singole testate giornalistiche. Rispetto a quanto segnalato nell’interrogazione non risultano allo stato vertenze sindacali riconducibili alla situazione rappresentata. Più in generale risulta che il presidio delle tematiche oggetto della segnalazione sia sempre coerente e in linea con le procedure aziendali». Da viale Mazzini sostenevano che ci fosse bisogno di approfondire. 

La nuova risposta

Tre settimane dopo, ecco la nuova versione di viale Mazzini stesa dopo «ulteriori verifiche» dalla dirigente in quota Carroccio. Ma anche questa volta, la risposta non dovrebbe andare a genio a Gasparri. «Le disponibilità a coprire i turni venivano successivamente trasmesse da quest’ultimo (Di Trapani, ndr) al caporedattore delegato a predisporre gli orari della redazione. Detta attività si è protratta per circa due mesi e non ha determinato i presupposti per il riconoscimento di una qualifica superiore». Insomma, si trattava di una soluzione temporanea a una situazione di emergenza. 

Il documento è stato accolto con favore da Usigrai, che ora chiede le scuse di Gasparri, come anche il Pd in commissione di Vigilanza, che suggerisce al senatore di occuparsi piuttosto del caso Foa esploso questa settimana su Radiouno. Il Cdr di Rainews ha preso posizione a sua volta, denunciando il fatto «gravissimo che un senatore si accanisca sul ruolo di Di Trapani» e ricordando a Gasparri «che non ha risparmiato di coinvolgere nei suoi comunicati deliranti un membro del cdr di Rainews24 violandone la privacy con minacce gravissime, che ci difenderemo in ogni sede». 

Niente da fare invece per Gasparri, che promette di non chiuderla qui. Nonostante le circostanze, il senatore ha infatti tentato di salvare la situazione dichiarando che dalla risposta della Rai «si evince che avevo totalmente ragione» accusando il sindacalista di «violare lui stesso delle regole comportamentali». E minacciando: «Di questa cosa torneremo a parlare». 

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