La nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere è in mare con oltre duecento persone tra cui 87 minori, si sta dirigendo al porto di La Spezia come stabilito dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma il sindaco della città, Pierluigi Peracchini, gli ha scritto per dirgli che non sa come prendersi cura dei bambini che sono a bordo e chiede ufficialmente che li prenda in carico il ministero della Difesa retto da Guido Crosetto, e nello specifico la base dell’aeronautica di Cadimare o il comando militare marittimo.

La lettera è stata inviata il 26 gennaio, subito dopo che alla Geo Barents è stato affidato il porto sicuro che dista tre giorni di viaggio dal luogo di salvataggio. Una politica che la ong Sea Watch ha definito «senza umanità». Adesso si aggiunge il tema accoglienza.

L’arrivo, dicono dal comune, è previsto per sabato. La città a quanto riporta il Secolo XIX, storico giornale ligure, si sta attrezzando con brandine e tende riscaldate, ma il sindaco lancia l’allarme sull’assistenza medica.

L’arrivo

Il porto di La Spezia è abituato alle navi militari e a quelle da crociera, e in realtà non è nemmeno la prima volta che si assiste a un arrivo di naufraghi. Prima di oggi, ricorda la Nazione, c’era stato lo sbarco del 2015. Il 6 maggio di quell’anno arrivarono 427 migranti, tra cui 100 donne e 32 bambini, di cui uno di appena pochi mesi, sbarcati dal mercantile maltese Kreta, che li aveva salvati qualche giorno prima mentre erano alla deriva su un barcone nel canale di Sicilia.

Fino a gennaio di quest’anno, quando le navi venivano assegnate solo ai porti delle città amministrate dal centrosinistra, Peracchini diceva di non essere preoccupato: «Polemica ridicola. I migranti vengono redistribuiti in tutte le città, di qualsiasi colore politico».

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti cerca di riportare la città alla calma: «Sarebbe immorale non dare un po’ di respiro ai porti del sud Italia», ha commentato. I numeri, ricorda, sono gestibili «senza ricadute negative sulla città della Spezia. Queste persone sbarcheranno, saranno visitate, poi trasportate alle loro destinazioni in pullman. Ci saremo in caso di necessità con la nostra Protezione Civile e la nostra sanità. Siamo un unico paese ed è giusto che tutti facciano la loro parte».

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