Il fondatore di Emergency Gino Strada, scomparso all’età di 73 anni, lascia all’Italia il suo impegno politico e sociale che ha esercitato senza mai entrare in parlamento, anche se nel 2013 il Movimento 5 stelle lo avrebbe voluto al Colle. Una campagna che Strada aveva bollato come «una perdita di tempo».

Quell’anno venne rieletto invece Giorgio Napolitano che lascerà anticipatamente. Nel 2015 verrà poi eletto Sergio Mattarella che ha voluto sottolineare che la sua azione è in piena coerenza con la Costituzione: «Gino Strada ha recato le ragioni della vita dove la guerra voleva imporre violenza e morte. Ha invocato le ragioni dell’umanità dove lo scontro cancellava ogni rispetto per le persone».

«La sua testimonianza – ha proseguito – resa sino alla fine della sua vita», è stata portata avanti «in coerenza con la nostra Costituzione che ripudia la guerra, Gino Strada ha fatto di questa indicazione l’ispirazione delle azioni umanitarie sviluppate in Italia e all’estero, esprimendo, con coraggio, una linea alternativa allo scontro tra i popoli e al loro interno».

Le Quirinarie

Figura che ha attirato le critiche della destra e non sempre appoggiato dalla sinistra, Strada era in lizza alle “Quirinarie” del Movimento 5 stelle proprio quando i grillini entravano per la prima volta a Montecitorio e a Palazzo Madama. Insieme alla giornalista Milena Gabanelli e al giurista Stefano Rodotà, Strada si era piazzato secondo (suo malgrado): «Lo scorso 15 aprile 48.292 persone sono state chiamate a partecipare all'elezione del candidato Presidente della Repubblica del MoVimento 5 Stelle» il comunicato che dava l’annuncio dei risultati. «I voti espressi - si leggeva sul sito di Beppe Grillo - sono stati 28.518, così ripartiti: - Gabanelli Milena Jole: 5.796 - Strada Luigi detto Gino: 4.938 - Rodotà Stefano: 4.677», seguivano Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato, Emma Bonino, Gian Carlo Caselli, Dario Fo e persino Romano Prodi, che aveva preso più voti del premio Nobel: 1.394 contro 941.

Il presidente della Camera, Roberto Fico aveva difeso il suo secondo posto. Oggi ha voluto ringraziarlo per il suo impegno.

La rinuncia

Ricevuta la notizia, dopo che Gabanelli si è fatta parte, Strada ha detto con convinzione no: «Credo sia meglio continuare a fare il mio lavoro - affermava il fondatore di Emergency - e faccio tanti auguri a Rodotà». Ma già prima aveva mostrato segni di insofferenza: «Il tempo a disposizione di Emergency va via a discutere sulle candidature al Quirinale», addirittura per lui era «un intralcio» e «un intoppo» ricevere interviste sul tema, avrebbe preferito parlare della campagna sociale via sms a favore del programma Italia: «C'è una coincidenza dettata dal segretariato sociale della Rai con la campagna sociale via sms, purtroppo - si rammaricava il chirurgo - le date sono state scelte dalla Rai».

La replica ai cronisti è netta: «La nostra campagna è molto concreta e urgente perché il 15 per cento della popolazione non si può permettere di curarsi perché non ha i soldi per il ticket e sarebbe stato utile spiegarlo». Segno che di finire al Colle non ci ha mai pensato.

Ma neanche di candidarsi: «Noi facciamo già politica curando la gente, è quello che dovrebbero fare i politici anziché intascare mazzette». La sua politica era Emergency: «Non devo scendere da nessuna parte, non c'è stacco tra quello che facciamo e la politica: come Emergency facciamo politica alta da 19 anni».

Il rispetto dell’associazionismo, praticato tramite la Ong, si estendeva a tutti i settori. Così a una manifestazione del sindacato dei metalmeccanici Fiom poche settimane dopo la mancata candidatura, dimostrò tutta la sua solidarietà: «A voi tutti e alla Fiom, grazie di esistere. È da tanti anni che penso che siate un baluardo per l'Italia e la penso ancora così».

Nessuno ci avrebbe scommesso

Le sue posizioni in campo internazionale, avevano fatto storcere il naso ai commentatori di fronte alla possibilità di vederlo diventare il nuovo inquilino del Quirinale: «Gino Strada è una figura ridicola, nel 1944 si sarebbe messo a curare anche le Ss naziste, così potevano tornare ad ammazzare la gente. Esattamente come ha fatto coi talebani che poi sono tornati ad uccidere» aveva detto alla Zanzara su Radio 24 il politologo americano Edward Luttwak. E ancora: «Obama pensa che il modo migliore per curare uno di al Qaida è mandargli un missile da un drone, mentre Strada non fa nessuna differenza». 

I bookmaker non hanno mai creduto che la possibilità del Colle si sarebbe avverata. Sulla lavagna di Betpassion, riporta un pezzo dell’Ansa dell’epoca, il testa a testa era tra Giuliano Amato e Milena Gabanelli. Il fondatore di Emergency, Gino Strada, era ritenuto quasi impossibile. Ma per lui era irrilevante. Oggi Emergency ha voluto citare una sua frase, e la sua politica è chiara: «I pazienti vengono sempre prima di tutto».

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