Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è arrivato a Stoccolma dove è in corso la riunione dei ministri dell’Economia e delle Finanze di Unione europea ed eurozona. Tema dell’incontro, la discussione sulla proposta di unione bancaria della Commissione europea. 

Ma per quanto riguarda il nostro paese, le istituzioni comunitarie hanno in mente un solo obiettivo: ottenere la ratifica della riforma del meccanismo europeo di stabilità, il Mes che il governo italiano, ultimo in Europa, si rifiuta di ratificare. La presidente del Consiglio Giorga Meloni ha ribadito ieri il suo no. Anche la Lega, partito di cui fa parte Giorgetti, è contraria.

«Riconosciamo che si tratta di un argomento di grande importanza all'interno del Parlamento italiano e di un argomento che, ovviamente, è molto importante per il governo, che ci sta dedicando molto tempo – ha detto Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo – Lo comprendiamo, ma è molto importante sottolineare, però, che pur rispettando pienamente la possibile decisione dell'Italia di non accedere mai al Mes, abbiamo ancora bisogno che il trattato venga ratificato, in modo che altri Paesi abbiano la possibilità di accedere a tale sostegno in caso di necessità».

Un appello simile è arrivato anche dalla presidente della Bce Christine Lagarde: «La ratifica darebbe uno strumento utile in caso di difficoltà», mentre il governatore di Bankitalia Ignazio Visco lancia messaggi trasversali sulle trattative in corso: «Ci sono grandi vantaggi ad aprirsi al mondo. Anche nei negoziati in atto a Bruxelles è molto importante presentare il proprio volto migliore, non soltanto dire ogni paese ha i suoi problemi».

Il ritardo

La giornata è partita male per il ministro Giorgetti. A causa della mancata approvazione del Def, ieri alla Camera, Giorgetti si è dovuto trattenere a Roma questa mattina, quando il provvedimento è stato sottoposto a un seconda votazione. Il suo arrivo a Stoccolma è quindi slittato al tardo pomeriggio, facendogli perdere la prima riunione dell’Eurogruppo.

«La sua presenza sarebbe stata fondamentale in un momento come questo. Sono molto dispiaciuta», ha detto la presidente della commissione Economica del Parlamento europeo, l’eurodeputata Pd Irene Tinagli, invitata all’Eurogruppo.

Ma di Mes si tornerà certamente parlare nella cena di questa sera, negli incontri bilitarali già fissati e nelle riunioni previste per domani. I margini di manovra del ministro per trattare, però, appaiono limitati. Ieri, durante il suo viaggio a Londra, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito il suo no alla ratifica: «Sapete come la penso in tema di Mes e non ho cambiato idea». Il Mes così configurato, ha detto Meloni «è una lettera scarlatta» e il governo non intende ratificarlo senza modifiche e senza che vengano discussi altri aspetti della governance europea, come l’unione bancaria.

Giorgetti arriva così a Stoccolma con una serie di carte deboli da giocare. Da un lato l’incidente sul Def di ieri che danneggia la credibilità della sua maggioranza, dall’altro il no al Mes nonostante le crescenti pressioni delle istituzioni europee. Mancare alla prima parte della riunione, inoltre, non ha di certo fatto bene alla posizione italiana.

Dalla sua parte ha però anche qualche asso nelle manica. Le stime Istat sul Pil del primo trimestre uscite oggi sono sorprendentemente positive: più 0,8 per cento in tre mesi, più 1,8 sul primo trimestre del 2022. Sono stime migliori di quelle di Germania e Francia, oltre a essere numeri che rendono più che raggiungibile l’obiettivo di crescita all’1 per cento fissato nel Def.

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