Italia

Giorgia Meloni, il papa e il piano Biancofiore

  • «O bianco fiore, simbol d’amore/ Con te la gloria della vittoria!» Chi ricorda la marcetta di inizio Novecento? Era l’inno della Democrazia cristiana, veniva suonato ai raduni dello scudocrociato con l’inno nazionale, fu mandato in pensione nell’estate del 1993, trent’anni fa, quando il partito chiuse i battenti al palazzo dei congressi dell’Eur, tra le note più severe del concerto per pianoforte e orchestra in do maggiore K 467 di Mozart.
  • Venerdì all’auditorium della Conciliazione, agli Stati generali della natalità, il Biancofiore e Fratelli d’Italia sono tornati ad affiancarsi, non in termini musicali ma politici, quando una donna di bianco vestita è apparsa accanto all’uomo in bianco per eccellenza, il papa.
  • I capi democristiani, tutti rigorosamente in abito scuro, non avrebbero mai immaginato di condividere un palco con il pontefice, come ha fatto Giorgia Meloni. Ma il suo Biancofiore non è questione di armocromia, è un progetto politico.

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