Il governo Draghi è stata la delizia (senza croci) di Giorgia Meloni. La scelta di stare all’opposizione l’ha legittimata come leader e le ha fatto guadagnare consensi rispetto ai compagni di coalizione di Forza Italia e Lega. In questo un ruolo determinante l’ha giocato sicuramente il premier che, formalmente per correttezza istituzionale informalmente per depotenziare Salvini, fin da subito è stato particolarmente attento a curare il rapporto con Fratelli d’Italia.

Giunti a questo punto Meloni non deve far altro che raccogliere i frutti di questi mesi. Ogni opzione è per lei vincente. Se, come sperano Pd, FI e Lega, Mario Draghi otterrà una nuova fiducia dal parlamento mercoledì, il governo proseguirà la propria incerta avventura. E lei potrebbe lucrare ulteriori consensi mentre Salvini e Berlusconi devono gestire gli ultimi, rissosi, scampoli di questa legislatura.

La prospettiva delle elezioni

Se invece Draghi, come dicono in molti, respingerà l’idea stessa di rimettere in piedi ciò che resta dell’esecutivo, l’esito inevitabile saranno le elezioni anticipate. E Meloni, forte dei sondaggi, non sembra avere molto da temere. Anzi, come partito di maggioranza relativa, potrebbe ritrovarsi a costruire da protagonista il prossimo governo.

Certo, prima di arrivare alla soglia di palazzo Chigi, Meloni dovrà decidere come comportarsi nei confronti del centrodestra all’interno del quale, con tutta probabilità, dovrà definire lo schema delle candidature. Un’operazione non facile visto che, come hanno dimostrato le amministrative, quando devono scegliere candidati unitari FdI, Lega e FI preferiscono regolare i conti piuttosto che puntare a vincere.

In ogni caso si tratta di problemi che al momento non ci sono. Adesso è il tempo di fare l’opposizione. Così, in una postura da manuale, Meloni certifica la fine del governo: «Con le dimissioni di Draghi per Fratelli d’Italia questa legislatura è finita. Questo parlamento non rappresenta più gli italiani. Daremo battaglia affinché si restituisca al popolo italiano quello che i cittadini di tutte le altre democrazie hanno: la libertà di scegliere da chi farsi rappresentare. Elezioni subito».

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