Estirpare le mafie è possibile e necessario. Questo quanto si legge nel messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della “Giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie". Lui, fratello di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia nel 1980, ha detto che ricordare e alla base della libertà dalla criminalità: «La memoria è radice di una comunità. Fare memoria è condizione affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile». Per questo il ricordo deve essere di ogni vittima: «Ricordare le donne e gli uomini che le mafie hanno barbaramente strappato alla vita e all’affetto dei loro cari, leggerne i nomi, tutti i nomi, non costituisce soltanto un dovere civico. È di per sé un contributo significativo alla società libera dal giogo oppressivo delle mafie, è affermazione di principi di umanità incompatibili con i ricatti criminali, è fiducia nella legalità che sola può garantire il rispetto dei diritti, l’uguaglianza tra le persone, lo sviluppo solidale».

Il Covid-19

Come l’anno scorso, ha scritto il presidente «anche quest’anno la “Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” sarà condizionata dalle misure di limitazione rese necessarie dalla diffusione della pandemia. È tuttavia assai prezioso che “Libera” abbia ugualmente deciso di promuovere iniziative che tengano viva la ricorrenza e portino all’attenzione di tutti l’attualità del messaggio». L’azione di contrasto alla criminalità organizzata «comincia dal rifiuto di quel metodo che nega dignità alla persona, dal rifiuto della compromissione, della reticenza, dell’opportunismo».

Il ringraziamento

«Ricordare e “riveder le stelle”, come recita il bel motto scelto per questa edizione della Giornata, sono dunque parte della medesima sfida di libertà». Il presidente della Repubblica ha ringraziato l’associazione: «Mi congratulo con gli organizzatori perché continuano a porre la coscienza e la cultura come basi e motori del riscatto. Sono proprio la coscienza e la cultura che le mafie – vecchie e nuove – considerano l’ostacolo dei loro disegni di arricchimento illecito, di dominio su persone e territori, di condizionamento economico e politico».

La consapevolezza del bene comune e i comportamenti responsabili «che insieme sapremo mettere in atto, possono darci la forza necessaria per superare le difficoltà e gli ostacoli che i tempi ci pongono di fronte».

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