Per essere l’uomo che ha scatenato la crisi di governo, giovedì Giuseppe Conte si è fatto sentire solo per far sapere che «o si hanno risposte vere, strutturali e importanti oppure nessuno può avere i nostri voti». La frase sembra lasciare aperta un’ultima possibilità di recuperare il rapporto con il presidente del Consiglio.

È una prova del fatto che l’ex premier è in questa situazione suo malgrado. Fino a mercoledì sera, quando si è reso conto che l’esito del non voto al Senato sarebbe potuto essere disastroso, sperava di riuscire a porre un freno alle tendenze più estremiste. Ma con le dimissioni di Mario Draghi si apre anche lo scenario di una possibile campagna elettorale.

E in questo contesto servono a poco sia il reclamo respinto degli attivisti da parte del tribunale di Napoli che conferma la sua leadership che la benedizione di Beppe Grillo dello strappo. Conte ha perso il controllo degli eventi e non sa come gestire le conseguenze delle sue azioni.

Perdere la credibilità

Soprattutto ha perso la sua credibilità, fuori dal partito, con gli alleati, e dentro, di fronte ai suoi: la sua speranza di tenersi ancora diverse strade aperte per guidare la crisi lo dimostra, ma con una buona fetta del Movimento in difficoltà a restare in maggioranza sarà difficile proporre una riconciliazione con Draghi. Nel Movimento tutti sanno che la campagna elettorale senza un periodo all’opposizione prima è un rischio grosso.

E adesso che anche Beppe Grillo ha ormai rinunciato a dissentire dal presidente, soprattutto dopo il suo ultimo viaggio a Roma, nessuno spera più nella possibilità di sfruttare il suo traino in campagna elettorale.

Per Conte, poi, la campagna elettorale è uno scenario in cui non può vantare precedenti eccellenti, a giudicare dalle ultime amministrative. Chi invece ha un’esperienza solida è Alessandro Di Battista. L’ex deputato ha già anticipato che la caduta del «governo dell’assembramento» sarebbe per lui «un’ottima notizia». In un Movimento fuori dalla maggioranza potrebbe diventare una figura molto, forse troppo ingombrante per Conte.

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