L'attesa per un vaccino contro il Sars-Cov-2 si fa sempre più pressante in tutto il mondo. E non può non saperlo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che oggi ha usato toni pieni di ottimismo: «Se le ultime fasi di preparazione del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all'inizio di dicembre – ha detto a Bruno Vespa per il suo ultimo libro. Non solo: «Già all'inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi. Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi». Anche se «per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera».

Per scienziati ed esperti le previsioni del premier sono però troppo ottimistiche. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, se è vero che «si sta facendo un lavoro molto rapido», «al di là di alcuni lotti che sono già in produzione, la copertura vaccinale sarà enorme e necessiterà di tempo» tanto che la «vaccinazione per tutti non ci sarà prima dell'autunno del 2021».

I tempi saranno ancora più lunghi secondo Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, che ad Agorà ha precisato che «non se ne parlerà prima del 2022» almeno per la somministrazione a tutta la popolazione. Dal canto suo, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, si dice "ottimista". «Ma la campagna vaccinale – ha sottolineato –arriverà nel 2021, non prima. Credo che prima però arriverà una terapia più forte, i cosiddetti anticorpi monoclonali, che sono molto promettenti».

Nel mondo

Intanto, nel mondo qualcosa si muove. Moderna, una delle aziende tecnologiche attive nello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus, prevede di ottenere il via libera del Governo Usa già a dicembre, come ha chiarito l'ad Stéphane Bancel durante la conferenza Tech Live del Wall Street Journal. Anche la multinazionale Pfizer e la tedesca BioNTech sono ormai in fase avanzata, ma a essere più avanti di tutti sembra essere la Cina.

Il colosso asiatico avrebbe già somministrato un vaccino anti Covid a 60mila persone senza registrare gravi reazioni avverse, come ha dichiarato Tian Baoguo, vicedirettore del Dipartimento per lo sviluppo sociale e la tecnologia del ministero della Scienza e della Tecnologia nel corso di una conferenza stampa: 13 i vaccini in corso di studio nel Paese asiatico, di cui quattro giunti in fase 3.

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