Alle 12:30 i parlamentari Nicola Fratoianni (Si), Monica Cirinnà (Pd) e il presidente dell’VIII municipio di Roma Amedeo Ciaccheri si sono ritrovati davanti alla sede romana della società di consulenza McKinsey per portare provocatoriamente la lista delle misure che chiedono di inserire nel Recovery plan per la capitale. Sulla porta hanno attaccato un foglio con scritto «Governo in subappalto. Sede decentrata». La risposta alla decisione dell’esecutivo guidato da Mario Draghi di affidare alla società l’incarico di collaborare alla stesura del piano nazionale di ripresa e resilienza.

Liberare Roma

L’iniziativa è partita dalle rete “Liberare Roma”, nata in ambito civico per iniziativa di esponenti del centro sinistra e del mondo dell’associazionismo. Il portavoce è Ciaccheri, che sta organizzando da mesi una serie di iniziative, da conferenze a manifestazioni pubbliche, complice il clima elettorale che sta cominciando a scaldare la capitale in vista delle amministrative. Il gruppo si è riunito sotto la sede della multinazionale in Piazza del Popolo con le mascherine rosse (segno di solidarietà alle donne vittima di violenza) e i cartelli: «Casa reddito dignità», «Ripensare il trasporto pubblico per Roma», «Transizione ecologica». Hanno srotolato anche uno striscione: «Vogliamo più risorse per Roma».

Oltre a Ciaccheri e ai parlamentari sono intervenuti Gianluca Peciola e Chiara Cacciotti, membri di spicco della rete. Un tempo, si legge nel volantino che hanno fatto circolare, l’incarico a McKinsey «avrebbe scatenato proteste, ma noi siamo persone concrete e pensiamo al futuro!». Fratoianni ha votato no alla fiducia al governo Draghi, ma Cirinnà – così come il suo partito che esprime ministri – ha votato sì. Stamattina ha voluto esserci pure lei. Il direttore della sede McKinsey non era presente, ma la collaboratrice ha comunque accettato il dossier che gli hanno portato.

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