Nel secondo giorno dopo l’annuncio dell’esito delle elezioni sono previsti nuovi assestamenti in vista della formazione dell’esecutivo di destra che guiderà il paese. Intanto, i partiti di maggioranza iniziano a discutere delle loro priorità. 


18.41 – Carlo Calenda annuncia che rinuncerà al seggio all’Europarlamento dopo essere stato eletto in Senato.


17.41 – Sul sito del ministero dell’Interno, Umberto Bossi ora risulta eletto.


17.34 – Secondo l’ex ministro leghista Roberto Calderoli, Umberto Bossi sarebbe stato eletto in parlamento e l’incertezza deriverebbe solo da un errore del ministero dell’Interno.


17.16 – Il segretario del Pd Enrico Letta convoca per il 6 ottobre la direzione nazionale del partito che aprirà la strada verso il congresso.


16.52 – È iniziato il consiglio dei ministri sulla nota di aggiornamento al Def.


16.48 – Guido Crosetto, consigliere di Giorgia Meloni ed uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, ha scritto su Twitter che intende «liquidare» la sua società di consulenza per evitare «illazioni». Secondo molti, Crosetto potrebbe occupare una posizione di governo, un incarico potenzialmente problematico non solo per via della sua società, ma anche per il suo ruolo di presidente dell’associazione di categoria che rappresenta le industria della difesa e delle armi.


16.16 – La nota di Lega e Fdi sull’incontro tra i due leader

«Presso gli uffici di FdI a Montecitorio si sono incontrati questo pomeriggio il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e il segretario della Lega, Matteo Salvini. Il colloquio, primo dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche, si è svolto in un clima di grande collaborazione e unità di intenti. Entrambi i leader hanno espresso soddisfazione per la fiducia data dagli italiani alla coalizione e hanno ribadito il grande senso di responsabilità che questo risultato comporta. Meloni e Salvini hanno fatto il punto della situazione e delle priorità e urgenze all’ordine del giorno del governo e del parlamento, anche alla luce della complessa situazione che l’Italia sta vivendo».


16.06 – Dopo poco più di 40 minuti termina l’incontro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini.


15.20 – Iniziato alla Camera l’incontro Meloni-Salvini

I due leader del centrodestra si stanno riunendo alla Camera. Con ogni probabilità discuteranno del futuro del governo. Salvini ha insistito ancora oggi per ottenere il posto di ministro dell’Interno. Secondo i giornali, Meloni sarebbe contraria, anche se la leader di Fratelli d’Italia ha smentito dissidi con l’alleato.


14.25 – Continuano le “consultazioni” di Meloni con gli alleati

Dopo l’incontro di ieri con il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani, oggi la leader di FdI Giorgia Meloni vedrà il segretario della Lega Matteo Salvini. 


13.17 – Salvini rilancia sul Viminale

«Ci vuole qualcuno che torni a difendere e proteggere confini, leggi, forze dell’ordine e sicurezza in Italia. Qualche idea ce l’abbiamo». Lo scrive su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini.


12.00 – Draghi smentisce il patto con Meloni

Palazzo Chigi smentisce la tesi e il contenuto dell’articolo riguardante un possibile patto tra lui e Meloni. «Il presidente del Consiglio non ha stretto alcun patto né ha preso alcun impegno a garantire alcunché. Il presidente del Consiglio mantiene regolari contatti con gli interlocutori internazionali per discutere dei principali dossier in agenda e resta impegnato a permettere una transizione ordinata, nell’ambito dei corretti rapporti istituzionali» si legge in una nota della presidenza.


11.38 – Oggi pomeriggio la discussione della Nadef

Il Consiglio dei ministri è convocato oggi alle ore 16.00, a palazzo Chigi. Tra i punti all'ordine del giorno anche la Nota di aggiornamento al Def.


9.50 – Per Orfini va ridefinita l’identità del Pd

«Dobbiamo ridefinire la missione del Pd. Negli ultimi anni ci siamo dedicati solo a fare alleanze. Questo significa delegare la propria identità agli altri. Le alleanze si dovrebbero fare in base alla propria identità. Se noi adesso facessimo un congresso di questo tipo saremmo matti perché significherebbe che la polarizzazione sarebbe tra Calenda e Conte. Dobbiamo invece recuperare l'idea originaria del Pd, qualcosa che rifondi la funzione del Pd e forse anche la sua forma organizzativa». Così Matteo Orfini, esponente del Pd, ai microfoni di Radio Cusano Campus.


9.15 – Castellone: «I Cinque stelle sono l’unica forza progressista»

Continua lo sforzo del Movimento 5 stelle per intestarsi la guida dell’opposizione di sinistra nel nuovo parlamento. «Ci sentiamo di occupare a pieno titolo un campo che è semplicemente quello per cui abbiamo lavorato in questi anni. Lo dicono le misure che abbiamo approvato. Ci siamo impegnati per colmare le disuguaglianze sociali ed è quello che continueremo a fare. L'unica forza progressista del Paese insomma. Certamente l'unica rimasta credibile». Così Mariolina Castellone, capogruppo del M5S in Senato, in un'intervista ad Avvenire.


9.06 – Per Prodi i Cinque stelle riempiono i buchi del Pd a sinistra

«Nelle ultime settimane sono stati i Cinque stelle a definirsi progressisti, sia pure in modo strumentale ma per i loro obiettivi molto intelligente. Per raccogliere i voti degli scontenti e dei ceti più disagiati, i Cinque stelle si sono spostati a sinistra, anche perché hanno trovato un serbatoio lasciato vuoto. E questa è una responsabilità anche del Pd. E tuttavia, anche se il Pd si è autodistrutto con i suoi conflitti interni, resta l'unico vero partito. Ma attenzione: se si va a Congresso, partendo dai nomi, vorrà dire che pure il Pd ha scelto di affidarsi ad un leader-fenomeno». Così l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi in un’intervista a La stampa, in cui annuncia anche di non voler sostenere nessun candidato al prossimo congresso del Pd, nonostante la vicinanza con Elly Schlein. 


8.30 – La protezione di Draghi al governo Meloni in cambio di tre condizioni

Secondo Repubblica, il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi si sarebbe impegnato nei confronti dell’Europa a favore di Giorgia Meloni, ma non senza prima averle fatto promettere il rispetto di tre condizioni. Il premier uscente vorrebbe che non venisse meno il sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia, che il nuovo governo non proceda a uno scostamento di bilancio e che mantenga un ancoraggio saldo alla Nato. 


7.37 – Per Calenda il governo di destra non durerà più di sei mesi

Carlo Calenda, nonostante il risultato deludente del Terzo polo, si dice in un’intervista a La stampa sicuro che il governo di destra non durerà più di sei mesi. «È una coalizione super litigiosa, con una classe dirigente inesperta e incompetente. Hanno fatto promesse che valgono più di 180 miliardi di deficit, con loro finiamo per spaccarci la testa». 


7.25 – Inizia la corsa per la segreteria del Pd

Dai retroscena di stamattina inizia a emergere il quadro dei possibili candidati a succedere a Enrico Letta, dopo che il segretario dem ha rinunciato a ripresentarsi al congresso imminente. L’unica candidatura ufficiale finora è quella dell’ex ministra Paola De Micheli, ma sembra molto probabile che vogliano entrare nella corsa anche il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, legato a Base riformista, e la sua vice Elly Schlein, esterna al Pd. Si parla anche del sindaco di Bari e presidente del Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, di quello di Pesaro Matteo Ricci e del primo cittadino di Firenze Dario Nardella. Per l’area che fa capo al ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando il nome da sostenere potrebbe essere quello del vicesegretario Peppe Provenzano. 


7.17 – Ecco come FdI vuole cambiare la Costituzione

Per Francesco Lollobrigida, capogruppo uscente di FdI e tra i favoriti per un possibile posto ministeriale, la Costituzione va modificata nella parte in cui determina la sovranità del diritto comunitario su quello nazionale. Lollobrigida vuole lavorare anche sul presidenzialismo e promette che nelle trattative sarà inclusa anche l’opposizione. Il capogruppo ha parlato anche della posizione dell’Italia in Europa: «Pensiamo a un’Italia che, sui singoli dossier, si confronti con paesi diversi in Europa». Una dichiarazione che va a stemperare il timore di una posizione italiana schiacciata sulle posizioni ultraconservatrici del gruppo di Visegrad. 

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