La polemica sul Green pass per i lavoratori è solo alle prime battute, ma già sono partiti i no di politici e sindacati. Il presidente della Camera Roberto Fico questa mattina è intervenuto contro il presidente di Confindustria: «Non mi trovo in alcun modo d'accordo con quello che ha detto Bonomi. Il governo sta lavorando e vediamo cosa uscirà dalla cabina di regia» ha risposto nel corso della cerimonia di consegna del Ventaglio da parte dell'Associazione stampa parlamentare prima delle vacanze estive. Alla fine ha ripetuto: «Quella di Confindustria è una proposta sui generis», e per il presidente è una forzatura: «non è il momento».

Ieri è arrivata la notizia: in una mail interna, la direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti, ha riferito che la confederazione delle imprese italiane ha chiesto al governo di rendere obbligatoria la certificazione verde sul posto di lavoro a seguito di vaccino anti Covid-19, tampone negativo entro le 48 ore precedenti, o guarigione. Viale dell’Astronomia ha confermato che per loro serve una soluzione normativa che permetta in caso di assenza di green pass, di spostare i lavoratori o addirittura sospendergli lo stipendio qualora ciò non fosse possibile.

I sindacati

All’inizio nessuna reazione, ma il giorno dopo il segretario della Cgil, Maurizio Landini ha replicato intervistato dalla Stampa: «Spero che sia stato il caldo». Lui ha detto di essersi vaccinato, ma ha proseguito: «In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce».

La palla adesso passa al governo: «Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo. I lavoratori sono stati i primi, durante la pandemia, a chiedere sicurezza arrivando addirittura allo sciopero per ottenerla. Io mi sono vaccinato e sono perché tutti si vaccinino. Ma qui, diciamolo, – ha detto anche lui prima di Fico – siamo di fronte a una forzatura».

I lavoratori, ha concluso, sono cittadini: «Non va mai dimenticato che i lavoratori sono cittadini e hanno i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Confindustria, piuttosto, si preoccupi di far rispettare gli accordi contro i licenziamenti».

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