La battaglia della maggioranza contro gli attivisti per il clima fa il salto di qualità.  È successo martedì con l’incardinamento in commissione Giustizia al Senato di una proposta di legge della Lega che prevede l’introduzione del reato di danneggiamento di beni culturali e artistici e l’inserimento dei reati di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici tra quelli che prevedono l’arresto facoltativo in flagranza. L’esame è appena iniziato, ma promette faville.

La proposta di legge risale a novembre scorso e porta la firma del senatore della Lega Claudio Borghi. Nella presentazione del testo si fa riferimento a Just Stop Oil, un collettivo che, per manifestare il proprio disaccordo con le politiche ambientali dei governi internazionali, utilizza tecniche simili a quelle di Ultima generazione, che di recente ha imbrattato la Barcaccia di piazza di Spagna, palazzo Vecchio a Firenze e il Senato a gennaio.

Il contenuto

Il testo propone di intervenire sull’articolo 518 duodecies del codice penale. La Lega vorrebbe vedere punito con la reclusione fino a un anno e con una multa fino a 1.500 euro chi imbratta beni culturali. Tradotto, si introduce una nuova fattispecie ad hoc di cui accusare gli ambientalisti.

Il secondo articolo del brevissimo disegno di legge prevede l’aggiunta di quel tipo di reati nella lista di quelli per cui, in base all’articolo 381 del codice di procedura penale, è possibile l’arresto in flagranza.

L’introduzione di una possibilità come l’arresto si inserisce nella scia di un’iniziativa simile promossa dal segretario del Carroccio, Matteo Salvini, quando era ministro dell’Interno nel governo Conte I e aveva lavorato per permettere l’arresto per il reato di danneggiamento aggravato.

Insomma, si tratta della traduzione in legge (se il disegno dovesse essere approvato, ma a giudicare dai numeri della maggioranza ci sono pochi dubbi) della lotta dura che il governo Meloni ha promesso agli attivisti che protestano per l’ecologia.

«Si intende rispondere a una precisa scelta di politica criminale: rafforzare ulteriormente la tutela, anticipando la soglia di punibilità, del bene giuridico protetto dalla norma, ossia la conservazione del nostro inestimabile patrimonio culturale» si legge nella relazione che accompagna il testo.

In commissione Giustizia, il disegno di legge è stato preso in mano nientemeno che dalla presidente, Giulia Bongiorno, che sarà relatrice del testo. La Lega fa così sua la battaglia contro gli ambientalisti, che finora potevano essere arrestati soltanto in caso di accusa di danneggiamento: per l’imbrattamento, accusa più frequente che si sono guadagnati finora gli attivisti, questa possibilità infatti non è prevista.

La battaglia della Lega

Bongiorno non si risparmia: il danneggiamento «non è una ragazzata» e rappresenta «una delle nostre priorità. Alla luce dei fatti accaduti negli ultimi tempi, è importante che lo stato mostri un certo rigore di fronte a certe condotte che hanno un grave disvalore. È un modo di dare una risposta con sanzioni più severe a fatti che riteniamo estremamente gravi».

D’altra parte, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano l’aveva promesso. «Chi danneggia i nostri beni culturali non può passarla liscia e va punito severamente. Anche per questo stiamo studiando una norma che faccia pagare ai responsabili di questi danni gli interventi necessari per il ripristino dei luoghi» aveva detto dopo che un gruppo di attivisti aveva versato del carbone vegetale nella fontana di piazza di Spagna. Per il momento, il pagamento dei danni non è previsto nel testo leghista, ma non è da escludere che nel corso dell’esame vengano fatte aggiunte.

Potrebbe senz’altro essere interessata a farne Fratelli d’Italia, che da qualche tempo ragionava su un testo simile. Ora si ritrova anticipata dal Carroccio, e non è da escludere che invece di presentare una proposta alternativa si trovi un accordo sul testo base, che propone soluzioni già molto drastiche.

Se la legge sarà approvata, il nuovo reato andrebbe ad aggiungersi alla lunga serie di quelli introdotti nei primi mesi di legislatura. La maggioranza ne ha fatto la sua cifra: dal no alla carne sintetica al divieto di effettuare salvataggi plurimi in mare, dal decreto Rave alle proposte di legge per punire l’istigazione ai disturbi alimentari e l’utilizzo di forestierismi.

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