Italia

I candidati si vedono ma non ci sono: il gran caos di Torino

La Lega ha scelto Damilano ma FI e FdI non restano freddi. Nel Pd, per ora, resiste Lorusso. Il M5s spera ancora in un’alleanza con i democratici. E aleggia il fantasma di Appendino

  • Se il governo non avesse rimandato le prossime elezioni amministrative causa pandemia mondiale, a due mesi e mezzo dal voto per il prossimo sindaco di Torino si conoscerebbe un unico candidato ufficiale, anzi una candidata: Giusi Greta Di Cristina del Partito Comunista.
  • A mettere un po’ d’ordine ci ha provato la sindaca Chiara Appendino con la proposta di una alleanza «per fermare le destre». Parole accolte sotto la Mole con un’alzata di spalle da alcuni e sincero fastidio da molti, in primis i due soggetti che dovrebbero convolare a nozze: il M5s e il Partito democratico.
  • Nel frattempo i candidati esistono ma non sono formalizzati. Per lo più emergono per autoproclamazione, come Paolo Damilano, leghista incoronato da Salvini. Oppure per sopravvivenza alla selezione naturale, come Stefano Lorusso del Pd.

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