In manovra i soldi alla onlus vicina a Mantovano. «Tutto all’insaputa del sottosegretario»

Il finanziamento di 500mila euro alla fondazione pontifica, Aiuto alla chiesta che soffre onlus (Acs), in passato guidata dal sottosegretario Alfredo Mantovano, è stato deciso da Fratelli d’Italia al Senato all’insaputa dell’ente beneficiario. Almeno questa è la versione fornita in una nota di Acs Italia. «Pur apprezzando il parlamento italiano, e in particolare i parlamentari proponenti, per la decisione spontaneamente assunta, manifestazione di sensibilità verso il dramma spesso dimenticato dei cristiani perseguitati nel mondo, si precisa che Acs Italia non percepisce, e non può percepire, contributi dagli organi dello Stato», si legge. Una mancanza di comunicazione singolare: in genere i parlamentari contattano i diretti interessati per informarli di iniziative a favore. A maggior ragione di fronte a stanziamenti corposi. La manovra delle mance, soldi alla fondazione vicina a Mantovano. Sventato il blitz contro i lavoratori sottopagati Peraltro, il contatto non sarebbe stato così difficile: l’ex presidente della fondazione pontificia è l’attuale sottosegretario alla presidenza Mantovano, spesso chiamato proprio a supervisionare i dossier in parlamento. In alternativa sarebbe bastato un messaggino al suo capo di gabinetto, Alessandro Monteduro, a sua volta ex direttore dell’Acs, ancora in buoni uffici con l’attuale governance della onlus. Per la fondazione una vera sorpresa sotto l’albero di Natale, grazie a una manina generosa. Il veicolo usato dai meloniani per stanziare il mezzo milione di euro è stato un ordine del giorno che impegna l’uso di risorse già a disposizione. Un articolo della manovra istituisce infatti uno specifico fondo di 68,7 milioni di euro nel 2026 e 67,7 milioni di euro nel 2027 per interventi vari. È lo strumento legislativo che ha sostituito la vecchia “legge mancia”, che viene attuato con ordini del giorno dei parlamentari, spesso per rispondere agli appetiti di territori e associazioni. Rivoluzione compiuta, così Mantovano ha pacificato i servizi L’atto viene concretizzato dai decreti ministeriali, ma è una formalità in presenza di interventi già indicati. Il meccanismo è utile per due ragioni: non gonfia ulteriormente il testo, già ipertrofico, della legge di Bilancio e dispensa denari lontano da occhi indiscreti. Così nella selva di soldi a pioggia a territori, quest’anno (tra i tanti) è spuntato il mezzo milione alla fondazione Aiuto alla chiesa che soffre. Un giro largo che porta allo stesso traguardo di un emendamento. L’Acs, come ha riportato nella nota, non può però scartare il pacco natalizio perché per statuto non può ricevere contributi pubblici. A rafforzare la tesi c’è «che nel 2019, a seguito di una proposta avanzata proprio da Acs Italia, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ha istituito il bando “Interventi di sostegno diretti alle popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi”, ma la medesima Acs Italia non ha percepito alcun contributo, perché non fa parte del sistema della cooperazione», racconta la onlus. Nel caso specifico, il contributo era stato previsto per il 2027, non per il prossimo anno. Una tempistica che avrebbe potuto consentire modifiche regolamentari o statutarie per aver accesso ai fondi. Ma la nota di Aiuto alla chiesa che soffre ha eliminato possibili interpretazioni, chiedendo di «destinare le risorse ipotizzate ad altre opere umanitarie altrettanto meritevoli». Il tentativo di regalo “posticipato” all’ente vicino a Mantovano, da parte dei meloniani è andato a vuoto. «Destra servile coi ricchi». Le opposizioni attaccano la manovra di Meloni