Il commissario, Massimo Ferrarese, è stato nominato da tempo. I progetti erano stati predisposti dal governo Draghi con l’allora ministra Mara Carfagna. I soldi erano a disposizione, almeno sulla carta. Eppure la realizzazione delle opere procede a rilento. Si potrebbe riassumere così l’intervento del governo Meloni sulla governance dei Giochi del Mediterraneo, in programma nell’estate del 2026, oscurati dall’altro appuntamento sportivo di grande eco mediatica: l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina.

Più a sud, nel feudo politico del ministro per gli Affari europei e del sud, Raffaele Fitto, lontano dai riflettori, si procede con passo claudicante. Inizialmente, a dire il vero, Mr. Pnrr non si è troppo coinvolto nell’organizzazione dei Giochi. Autolesionismo? Non proprio. L’obiettivo politico era un accentramento nelle sue mani e il contestuale scaricabarile sulle istituzioni locali. Risultato raggiunto.

Focus elettorale

Lo sguardo è rivolto al prossimo anno, alle regionali in Puglia per l’esattezza. Fitto, secondo quanto raccontano fonti locali, sta giocando una partita tutta sua, sfruttando la competizione sportiva e con un occhio attento a trasformare i lustrini della manifestazione in voti utili da aggiungere al suo già grosso bacino salentino. Un granaio di consensi fondamentale per battere la coppia, un po’ scoppiata dopo le recenti polemiche, formata da Michele Emiliano e Antonio Decaro.

A conti fatti, comunque, la macchina organizzativa presenta qualche problema, nonostante il 15 aprile scorso il ministro dello Sport, Andrea Abodi, si sia catapultato a Taranto, dove si terranno le maggior parte delle gare, per rassicurare gli enti locali. «I Giochi si faranno», ha garantito.

Niente di nuovo sotto il sole della Puglia: è il mantra ripetuto ai sindaci di una decina di comuni, che fanno parte di tre province, Brindisi, Lecce, e Taranto. E sono gli stessi e unici, finora, insieme alla regione Puglia, che i soldi per la progettazione esecutiva delle strutture e delle opere li hanno già anticipati e spesi bene. Ora pretendono di riceverne altri. Anche perché altrimenti non potranno appaltare i lavori in tempo per l’apertura dei Giochi.

Lo hanno segnalato a inizio aprile, in una lettera inviata al governo, tredici sindaci della provincia di Taranto che, ormai da dodici mesi, aspettano di ricevere una parte dei 275 milioni promessi dall’esecutivo da ripartire attraverso i decreti attuativi. Molti amministratori nei giorni scorsi hanno incontrato il commissario straordinario Ferrarese, che li ha rassicurati con la firma di un protocollo di intesa.

Una prima luce in fondo al tunnel si è vista il 15 maggio, quando la direzione urbanistica del comune di Taranto ha approvato la determina di spesa per i servizi di ingegneria e progettazione «inerente la redazione del progetto definitivo per lo stadio del nuoto», una delle opere più importanti.

Nel documento del comune si prende atto che la somma troverà copertura all’interno del decreto interministeriale del 2022. Nulla di nuovo, in sostanza. Anzi sì, perchè ora, a due anni dal concorso internazionale bandito dall’agenzia Asset della regione Puglia, la gara d’appalto potrà partire.

La prova che il governo e il commissario hanno temporeggiato, lamentando ai quattro venti l’assenza dei progetti. Che invece c’erano, eccome. I motivi dei ritardi risalgono alle lentezze del nuovo corso. Che, stranamente, ha ripreso a marciare in questi giorni, a ridosso delle elezioni europee.

Affari mediterranei

Ferrarese è imprenditore ed ex politico locale. Abbiamo già raccontato i sui conflitti di interessi e un processo in cui è imputato per la morte di un lavoratore in un cantiere edile nella provincia di Brindisi. In vista dei Giochi, sembra l’unico che, in questi mesi, ha guadagnato qualcosa. In termini di relazioni e visibilità, si intende. Ma soprattutto di potere.

Gira in lungo e largo la Puglia, disfa progetti, parla delle risorse da assegnare, incontra sindaci e rappresentanti locali. E compare un giorno sì e l’altro pure, come bollettino fisso sui principali mezzi di informazione locali. Qualcuno ospita il logo dell’azienda, che è il marchio di famiglia in casa Ferrarese: la Prefabbricati Pugliesi, società di costruzioni e materiali da calcestruzzo, oggi intestata alla moglie e alla cognata.

Negli ultimi 40 anni ha costruito e realizzato varie strutture pugliesi che ospitano aziende, capannoni, centri commerciali, edifici scolastici. Dei suoi affari Ferrarese non fa mistero, sui social si dichiara presidente di Prefabbricati.

Sono numerosi gli intrecci economici che il commissario può vantare con le dirigenze sportive locali. A cominciare da Francavilla Fontana, provincia di Brindisi, dove ha sede l’azienda di famiglia.

Qui la scritta Prefabbricati Pugliesi campeggia tra i partner delle squadre, sui cartelloni pubblicitari all’interno del palazzetto dello sport e dello stadio di calcio che Ferrarese punta a ristrutturare, inserendolo in extremis all’interno del nuovo masterplan. Lo stesso logo che campeggia da sempre anche sulle canotte della New Brindisi di Basket che gioca nella seconda divisione, e che in passato è comparso sulle maglie di altre squadre in altri comuni, nelle stesse province dove si terranno i Giochi.

La mano di Fitto

Una delle province che ospiterà i Giochi del Mediterraneo è Lecce, che dovrebbe mettere a disposizione il proprio stadio Via del Mare e ricevere, in cambio, lavori per 11 milioni di euro. Un pezzo di un finanziamento più ampio. La partita vede in campo direttamente Fitto, anche per fare gli onori di casa.

Il ministro del sud ha incontrato pochi giorni fa il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, rassicurandolo che la copertura dello stadio si farà con altri soldi, e sul fatto che per questo «si impegnerà per coinvolgere anche il commissario per i Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese», come recita una velina fatta filtrare dal ministero.

Peraltro, lo stesso commissario deve tutto al ministro che l’ha voluto in quel ruolo, e anche lui conserva un buon bacino elettorale a Brindisi, dove è stato presidente della provincia, ed anche Taranto e Lecce dove lavora con l’azienda intestata a moglie e cognata. A Lecce, per esempio, Ferrarese ha i suoi buoni interessi e collegamenti con la realtà sportiva e imprenditoriale locale.

La cosiddetta “Amazon dell’arredo”, l’azienda Deghi, sponsor del Lecce calcio, ha assegnato, giusto un anno fa, i lavori per costruire il suo nuovo polo logistico alla Prefabbricati della famiglia Ferrarese. Dando così una sede fisica a una realtà che punta a essere «leader nell’e-commerce per l’arredo d’interno, bagno e giardino».

La società del commissario ai Giochi del Mediterraneo costruirà depositi, parcheggi, sale conferenze, piste ciclabili, strutture sportive in un’area che avrà sette ingressi nella zona industriale di Lecce. Inoltre la Prefabbricati della famiglia Ferrarese, che produce calcestruzzo, potrebbe rifornire alcune imprese costruttrici, che vinceranno gli appalti per i Giochi di Taranto. Un affare collaterale.

Tutto lecito, per carità. Sullo sfondo, però, si adombra quantomeno un potenziale conflitto di interessi, nella commistione tra ruoli pubblici e privati.

In vista dei Giochi, poi, il commissario potrebbe mettere a disposizione il resort di lusso di cui è proprietario nelle campagne di Oria. Anche se i giudici della procura di Brindisi, agli inizi dell’anno, hanno aperto un’indagine per abusi edilizi nella costruzione dell’eliporto della struttura. Ferrarese risulta indagato, si è dichiarato estraneo alle accuse in una intervista al quotidiano Repubblica.

Ma i Giochi preoccupano su vari aspetti, compreso l’avanzamento dei progetti. Racconta una fonte interna al dossier della manifestazione: «A Taranto il governo ha accusato il sindaco della città e presidente della provincia, oltre che le altre istituzioni locali che hanno promosso la candidatura, di non avere presentato i progetti. Resta il fatto che l’unico elenco consegnato finora, solo un mese fa, dal commissario ai Giochi alla regione Puglia, e dopo una sentenza della Corte costituzionale, è lo stesso elenco già presentato dal vecchio comitato al governo Draghi ministra per il Sud Mara Carfagna, nel 2022».

E così «le poche eccezioni sono degli interventi apportati, peggiorativi della situazione, per lo stadio Iacovone e il Palaricciardi di Taranto e lo stadio di Brindisi. Per i quali, nonostante la professione di ottimismo, non esistono progetti già cantierabili», spiega chi conosce da vicino il dossier.

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