Italia

Il Capitano va a processo ma la sua difesa non regge

L’ex ministro dell’Interno è chiamato a comparire sabato 3 ottobre davanti al tribunale dei ministri di Catania per la vicenda della nave Gregoretti, trattenuta al largo diversi giorni perché Salvini non autorizzava lo sbarco di oltre 130 migranti tra la fine di luglio e inizio agosto del 2019

  • Salvini è accusato del reato di sequestro di persona aggravato per la vicenda della nave Gregoretti. La memoria difensiva, solidamente costruita, blinda la sua condotta con una serie di argomentazioni in punto di diritto. Serve verificarne la tenuta.
  • Secondo l’ex vertice del Viminale, tra le altre cose, i tempi di attesa sarebbero stati giustificati dalle trattative con altri Stati dell’Unione europea per la redistribuzione dei migranti, nonché da esigenze di ordine e sicurezza pubblica. Ma nessuna di queste motivazioni può ridurre l’obbligo di garantire il sollecito sbarco dei migranti in un luogo sicuro.
  • Nelle conclusioni, Salvini dice di aver adempiuto al proprio dovere di Ministro dell’Interno, in linea con il programma di Governo, con la fiducia del Parlamento e dei cittadini, e fa pure un cenno alla vicenda Palamara. È palese il tentativo di confondere piani diversi, ma di certo ciò non confonderà le valutazioni del tribunale.

«Con me ci saranno tanti italiani convinti che difendere i confini e la sicurezza del Paese sia un dovere». Le parole che Matteo Salvini ha scritto giorni fa su Facebook - in vista del processo a suo carico per la vicenda della nave Gregoretti - sintetizzano la linea difensiva dell’ex ministro, sia sul piano mediatico che su quello del diritto. Poiché il primo in tribunale non conta, serve verificare la tenuta degli argomenti che l’ex titolare del Viminale porterà a propria difesa nel giudi

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