Potete chiamarlo “sostituzione etnica”, come ha fatto questa settimana il ministro dell’Agricoltura di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida. Oppure “genocidio dei bianchi”. O ancora “piano Kalergi”. Ma si tratta sempre della stessa cosa. È la più antica teoria della cospirazione diffusa negli ambienti dell’estrema destra. L’idea che un’élite mondiale sia segretamente al lavoro per “annacquare” la purezza dei popoli bianchi mischiandoli con stranieri dalla pelle, dagli usi o dai costumi differenti.

I meriti di Salvini

Sono quasi dieci anni che questa teoria del complotto, nella forma della “sostituzione etnica”, ha fatto il suo ingresso nei discorsi dei leader politici, sulle pagine dei grandi quotidiani e nelle trasmissioni televisive di prima serata. Per i sostenitori di Donald Trump, ad esempio, questa teoria è pane quotidiano. È stato calcolato che il conduttore di Fox News Tucker Carlson l’abbia utilizzata oltre 400 volte. In Italia, il dubbio onore di averla introdotta spetta a Matteo Salvini. «È in corso un'operazione di sostituzione etnica coordinata dall'Europa», diceva in un’intervista del febbraio 2015, la prima menzione di questa teoria da parte di un leader politico italiano. Giorgia Meloni, l’ha utilizzata per la prima volta circa un anno dopo. Sono in corso «prove generali di sostituzione etnica», diceva nel 2016 per attaccare il governo Renzi. All’epoca, la leader di Fratelli d’Italia guidava un partito che faticava a raggiungere il 5 per cento ed era ossessionata dal timore di farsi superare a destra dall’alleato – un inseguimento che a volte sfiorava il grottesco, come quando Meloni sosteneva che persino gli «stage nelle aziende per gli immigrati» sono una forma di «sostituzione etnica». Tra la metà degli anni Dieci e il 2022, Salvini, Meloni, i quotidiani e le trasmissioni di destra, ripetono la teoria di un complotto (europeo, di Soros, di misteriose élite transnazionali) per sostituire la popolazione italiana con i migranti migliaia di volte, facendola diventare familiare a milioni di italiani. Ma da dove arriva questa idea?

L’origine

Come molte delle idee della destra italiana, anche questa arriva dalla Francia. Per la precisione da un libro dello scrittore e suprematista bianco francese Renaud Camus, Le grand remplacement, pubblicato nel 2011. Ma anche Camus non è molto originale e per scrivere il suo libro pesca a piene mani dalle idee degli scrittori antisemiti francesi della fine del Novecento. All’epoca il grande complotto era quello degli ebrei, che con gli strumenti del nascente capitalismo finanziario avrbbero puntato a controllare il mondo. Non potendo affrontare direttamente i superiori “bianchi”, avrebbero puntato a indebolirli mischiandone il sangue con quello di “razze inferiori”. Idee simili fioriscono in tutta Europa e in Nord America e trovano il loro terrifcante apogeo nel regime nazista. Sconfitto Hitler, l’idea di una sostituzione etnica diviene politicamente intoccabile per decenni. Persino l’estrema destra se ne dissocia. In Italia, il leader del Msi ed ex redattore della rivista fascista “La difesa della razza” Giorgio Almirante, diceva che non aveva «alcuna difficoltà» a respingere razzismo e antisemitismo. Come per la governista Meloni di oggi, anche per il “fascista in doppiopetto” quell’idea risultava troppo grezza.

Fiume carsico

Ma nei circoli più estremi e marginali dell’estrema destra ha continuato ad essere coltivata. In Italia ad esempio, sono figure alla destra del Msi, come l’editore e terrorista Franco Freda, a riportarle nel dibattito politico. Da questi ambienti arriva ad esempio il leghista Mario Borghezio, da giovane allievo di Maurizio Murelli, un altro terrorista editore di estrema destra. Tramite questo canale, l’idea di un genocidio dei bianchi arriva prima alla Lega e poi allo stesso Salvini. Se quest’ultimo è stato il primo a parlare di “sostituzione etnica”, il concetto invece era già stato espresso da Umberto Bossi alla fine degli anni Novanta. «I comunisti massoni vogliono sterminare tutti i popoli dell’Europa con l’immigrazione», diceva ad esempio nell’agosto del 2000.

L’attentato dell’11 settembre dell’anno successivo darà una nuova energia a queste teorie che si focalizzano non più sugli ebrei o sugli stranieri in generale, ma sui musulmani. Nasce così l’idea della cosidetta “Eurabia”, il timore che per l’incapacità o la complicità delle élite occidentali, l’Europa sarà presto “islamizzata”. In Italia questa idea viene resa popolare dalla scrittrice Oriana Fallaci e poi ripresa dai soliti leghisti.

Complottisti e non solo

La sostituzione etnica e le teorie simili escono molto presto dai circoli ristretti di gruppi estremisti come Generazione identitaria e Forza nuova. Il loro uso diviene così frequente che presto finiscono de-ideologizzate: aderirci non significa più essere sostanzialmente dei nazisti. La teoria, ad esempio, circolava ampiamente nel M5s della prima ora, ed è tuttora diffusa dall’ex capo della comunicazione grillina Claudio Messora e dal suo blog Byoblu. Per quasi un anno Meloni era riuscita a imporre ai suoi di non ripetere più questa teoria, che nonostante la sua diffusione è ancora una grave macchia per chi frequenta i circoli rispettabili. Ma come lo scivolone del ministro Lollobrigida dimostra, una volta fatto uscire il complottismo dal recinto è difficile farcelo rientrare.

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