Claudio D’Amico, il leghista che ha presentato Vladimir Putin a Matteo Salvini, questa mattina era nella delegazione leghista a festeggiare l’elezione di Lorenzo Fontana, il nuovo presidente della Camera e responsabile Esteri della Lega sotto accusa per il suo atteggiamento amichevole con Russia e Putin.

Interrogato da Domani, D’Amico non ha voluto dare spiegazioni. Lui diceva di essere ormai solo un consigliere di Sesto San Giovanni, cosa ci fa a Roma a Montecitorio? «Sono un ex parlamentare, ho accesso per tutta la vita alla Camera». E non vuole spiegare: «Non ho dichiarazioni da fare». Non commenta le elezioni, non parla di politica, soprattutto non accetta domande sulla Russia: «Sono contento, è una bella giornata. Basta, stop».

Il passato di D’Amico

D’Amico ha tessuto i rapporti tra Lega e Putin per moltissimi anni, prima di Salvini ha raccontato di aver presentato Bossi a Putin negli anni Novanta. Lui è tra i promotori dell’accordo mai sciolto con il partito russo Russia Unita, e nell'ottobre 2014 ha organizzato l’incontro tra il segretario Matteo Salvini e ancora una volta Putin.

Quando la Lega è andata al governo è diventato consulente strategico per gli affari esteri, ma ha toccato il suo picco di celebrità dopo il caso Metropol. Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, nel 2018, come scoperto dall’Espresso, trattò a Mosca un finanziamento per la Lega camuffato da fornitura di gasolio. Nel 2016 lui e D’Amico erano già molto attivi nei rapporti con la Russia ed erano addirittura compartecipi nella società Orion a Mosca. Per il tentativo di compravendita del Metropol con la finalità di finanziare il partito – indipendente dalla società –, Savoini è finito sotto indagine.

L’ex portavoce è scomparso dalle cronache, D’Amico è stato eletto quest’anno consigliere a Sesto San Giovanni, e oggi conferma solo che è venuto per festeggiare con Matteo Salvini e il gotha leghista.

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