Negozi e ristoranti chiuderanno alle 18. La decisione deriva dall’aumento dei casi di positività ma anche da un’indagine sulle fognature: il virus è così presente che si teme un peggioramento della situazione
- L’Alto Adige aveva fatto valere la sua autonomia per derogare al dpcm, con i bar e i ristoranti che potevano restare aperti fino alle 22, mentre nel resto d’Italia dovevano chiudere alle 18.
- Ora però la Provincia cambia direzione. I nuovi limiti sono imposti non solo dall’aumento dei casi, ma anche da un’analisi sulle acque reflue: le tracce del virus sono così diffuse che si teme per un peggioramento dei casi.
- Oltre alle nuove misure valide per tutta la provincia, potranno essere previsti limiti ancora più stringenti in alcuni comuni cluster, dove ci sono stati i focolai peggiori.
Fino a poche ore fa l’Alto Adige era il simbolo dell’apertura. Bar e ristoranti potevano tenere le serrande sollevate fino alle 22, a differenza del resto d’Italia, dove il dpcm aveva imposto la chiusura alle 18. Il contagio però ha continuato a salire, più in fretta che in altre regioni. La provincia autonoma ha deciso dunque di cambiare completamente la strategia.
Per effetto di una nuova ordinanza, in vigore da domani, bar, gelaterie e pasticcerie dovranno chiudere del tutto. Mentre i ristoranti e i negozi dovranno abbassare le saracinesche alle 18. Inoltre, dalle 22 alle 5 ci sarà il coprifuoco. La decisione non deriva solo dai dati sempre più preoccupanti, con 298 nuovi positivi nelle ultime 24 ore. La Provincia spiega, in una nota ufficiale, di aver considerato anche l’analisi sulle fognature. Il virus è così presente che si teme che i casi aumenteranno ancora nelle prossime settimane.
«Dobbiamo intervenire»
«La situazione epidemiologica legata al Covid-19, in Alto Adige, è peggiorata ulteriormente negli ultimi giorni – scrive dunque la Provincia –. Incrociando i dati dell'Azienda sanitaria con il monitoraggio sperimentale delle acque reflue che rileva la presenza del virus, la Giunta provinciale, riunitasi questa mattina (29 ottobre) in videoconferenza, è arrivata alla conclusione che ci si può attendere un'ulteriore crescita dei casi di positività al Sars-CoV-2».
«Dobbiamo intervenire immediatamente e in maniera incisiva per bloccare la catena dei contagi - ha annunciato il presidente Arno Kompatscher - con l’obiettivo di tutelare la salute della popolazione e di salvaguardare il più possibile la scuola e il lavoro. Non si tratta di una decisione semplice, ma di un passaggio assolutamente necessario. Se tutte noi e tutti noi collaboreremo con disciplina e senso di responsabilità, sono convinto che riusciremo a far arretrare il virus».
Le scuole restano aperte
Fra le altre misure, c’è il divieto assoluto per ogni tipo di evento o manifestazione. Sono state annullate le attività di cori e bande musicali. Non si potranno fare feste private. Lo sport si potrà fare solo in forma individuale. Niente sport di contatto e allenamenti di gruppo.
Rimane garantita la didattica in presenza per servizi di assistenza alla prima infanzia, scuole materne, scuole elementari e scuole medie, mentre per le scuole superiori, sino a fine novembre, la didattica a distanza dovrà coprire almeno il 50 per cento delle ore di lezione. In classe sarà obbligatoria la mascherina.
Zone rosse
Ma ulteriori misure, molto più stringenti, potranno essere previste nei comuni cluster, dove si sono sviluppati i focolai più praticanti. In questi casi si sta pensando alla chiusura totale delle scuole, dei bar e dei ristoranti per 14 giorni. Nello stesso periodo, saranno vietati gli spostamenti da e verso altri comuni, se non per motivi di estrema necessità.
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