L’audizione del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all’emergenza Covid-19, ha confermato gli indiscutibili successi da lui ottenuti: circa l’83 per cento degli over 80 e oltre 84 per cento degli appartenenti alla fascia 70-79 anni hanno completato il ciclo vaccinale; mentre, per la categoria 60-69 anni, il 74,1 per cento ha ricevuto la prima somministrazione e oltre il 30 per cento ha completato il ciclo.

Figliuolo ha affermato che la «poderosa e complessa» macchina della struttura commissariale - il cui compito è quello di «tutelare la salute e la vita» degli italiani, «ristabilendo le condizioni per favorire la ripartenza del paese» - ha rappresentato uno strumento «efficace e straordinario». Non va sprecato niente – ha aggiunto il generale - «in termini di risorse, uomini, tempo e mezzi. L'Italia ha tutto, bisogna solo saperlo mettere insieme e in maniera coordinata».

Nei giorni scorsi si sono registrate punte anche di oltre 600 mila vaccinazioni al giorno - ha ricordato Figliuolo – e l'obiettivo è effettuarne una media di 550 mila giornaliere. I risultati, peraltro, sono conseguibili «solo attraverso un corretto equilibrio tra le potenzialità di somministrazione e la disponibilità di dosi». Il generale ha anche parlato dell'attività di rendicontazione della struttura commissariale, affermando di aver tagliato spese per 345 milioni di euro rispetto alla precedente gestione di Domenico Arcuri. In particolare, l'annullamento della costruzione delle famose “primule” ha fatto risparmiare 189 milioni.

Cosa resta fare

Figliuolo ha sottolineato che la fissazione del criterio anagrafico ha rappresentato «la svolta» nella campagna vaccinale, organizzata per fasce di età. Restano tuttavia da rintracciare le persone vulnerabili che ancora mancano all’appello, le quali forse sono «poco avvezze al sistema informatico», ha detto il generale. Al riguardo, si osserva che questa azione è rimessa alle strutture sanitarie regionali, alle quali spetterà reperire e raggiungere chi ancora non è vaccinato, svolgendo anche un’opera di convincimento verso chi manifesta dubbi. Ma chi è preposto a garantire la salute pubblica a livello nazionale – il ministro della Salute - avrà il compito di valutare l’impatto delle percentuali dei non immunizzati sulla circolazione del virus e, conseguentemente, decidere se i rischi siano tali da rendere necessario un obbligo vaccinale.

L’obiettivo è «conseguire la vaccinazione dell’80 per cento della popolazione entro settembre» - ha detto il commissario straordinario - «inserendo anche la platea 12-15 anni inizialmente esclusa, per un totale di 54 milioni di italiani». Circa le vaccinazioni agli adolescenti, Figliuolo ha affermato che, «attesa l’irrinunciabile valenza sociale ed educativa della didattica in presenza, è stato chiesto di garantire, prima dell’inizio dell’anno scolastico, la massima copertura possibile di tutta la popolazione studentesca, nelle fasce di età per le quali i preparati farmacologici saranno disponibili».

Su questo punto va rilevato che, in mancanza di un obbligo vaccinale, non sono attualmente previste conseguenze, in termini di frequenza scolastica, per i ragazzi non vaccinati, come invece accade dopo le medie inferiori per i vaccini obbligatori. Ci si chiede, pertanto, se si stiano predisponendo pianificazioni adeguate, in vista della ripresa di settembre, per consentire comunque a tutti di andare a scuola in sicurezza.

Il passaggio dall’emergenza alla gestione ordinaria

Potrebbe essere prevista la necessità di almeno un’ulteriore dose vaccinale di richiamo, ha detto il Commissario, il quale ha pure sottolineato la necessità che si passi «gradualmente nei prossimi mesi» dalla gestione commissariale dell'emergenza a una gestione ordinaria «delle attività sanitarie da parte delle amministrazioni centrali e locali competenti».

«Personalmente vedo bene un passaggio graduale della struttura commissariale alla Protezione civile, con tutte le lezioni apprese e nei tempi necessari» - ha affermato Figliuolo, aggiungendo che - «tocca al presidente del Consiglio e al governo decidere, ma sicuramente la Protezione civile sarebbe un partner ideale per il trapasso di poteri post emergenza».

Al riguardo, si rammenta che l’incarico del commissario straordinario è legato alla durata dello stato di emergenza, la cui scadenza è prevista per il 31 luglio prossimo. Tale stato potrebbe essere prorogato ancora una volta, e con esso i compiti del commissario. A quest’ultimo, tuttavia, anche in caso di mancata proroga, potrebbe essere conferito un incarico diverso dalla gestione dell’emergenza, finalizzato a consentirgli di continuare a dirigere l’azione vaccinale.

L’autunno è dietro l’angolo, e con esso non solo la ripresa delle scuole e il problema dei trasporti, ma anche l’approvvigionamento di vaccini anti-influenzali e la loro somministrazione - che in alcune regioni è stata ardua, l’autunno scorso – nonché la prosecuzione delle vaccinazioni anti-Covid e il terzo richiamo per i vaccinati. Sarà un autunno particolarmente congestionato. E chissà se le regioni sono pronte a fare a meno di chi finora ha indicato loro la direzione.

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