La nomina del commissario alla sanità in Calabria rappresenta la Caporetto della credibilità del governo. Non ci sono casi analoghi nella storia recente di una regione, al collasso finanziario, con i conti della sanità in rosso, con due Asl commissariate per mafia, che da un mese è senza commissario con nomi che saltano all'ultimo minuto. Agostino Miozzo, attuale coordinatore del Cts, comitato tecnico scientifico, fino a ieri sera era dato per sicuro, ma questa mattina è saltata anche questa ipotesi. A Domani aveva confermato: «Stiamo parlando proprio ora di Calabria», si stavano limando gli ultimi dettagli e su quelli è saltata la disponibilità.

In particolare un team di funzionari, 25, che avrebbero dovuto affiancare il commissario. Funzionari che sceglie il commissario o arrivano dalla struttura regionale? Che poteri ha il commissario di autonomia rispetto allll'ente locale? Dettagli che hanno allontanato Miozzo dalla Calabria. Una nomina che non abbiamo mai dato per certo perché ormai la sicurezza non passa neanche più dai comunicati ufficiali di Palazzo chigi, ma dall'arrivo a Catanzaro del commissario.

Lo dimostrano i precedenti che rendono questa storia una farsa dai contorni tragici, vista la situazione strutturale della regione e l'emergenza pandemica. Una storia che è una guerra di potere, dove la nomina deve soddisfare i vertici della regione Calabria perché a livello centrale è iniziato un 'proficuo' dialogo con le opposizioni; deve accontentare il Pd che da tempo propone uomini ritenuti inadeguati dagli alleati; deve assecondare le richieste del M5S che chiede discontinuità e un nome di alto profilo suggerendo, inutilmente, il medico Ferdinando Laghi.

Il caos è iniziato un mese fa con l’addio del generale Saverio Cotticelli che non aveva capito che, in quanto commissario, spettasse a lui il compito di elaborare il piano anti Covid. Poi è arrivato Giuseppe Zuccatelli costretto a fare un passo indietro dopo la diffusione di un video in cui parlava di mascherine che non «servono a un cazzo» e «virologi che sono la coda della coda dei medici». Infine Eugenio Gaudio, il commissario durato una notte, indagato (in via di archiviazione) come rivelato da Domani in una inchiesta sui concorsi truccati, e che ha declinato l’invito con la originale scusa della moglie che non voleva trasferirsi a Catanzaro. Un altro nome che sembrerebbe bruciato, anche se nelle ultime ore, sembra tornato in pista è quello di Narciso Mostarda.

Una storia che ricorda le cronache dei giornali sportivi durante il calciomercato. Nomi che vanno, nomi che vengono. Il nome di Mostarda era già stato indicato quando Zuccatelli era sul viale del tramonto ma martedì sera, stando a quanto scritto da alcuni quotidiani, la sua nomina era cosa fatta. Peccato che i grillini si siano messi di traverso e la nomina alla fine è saltata per i veti incrociati all’interno della maggioranza. Domani ha raccontato chi è Narciso Mostarda e le bocciature rimediate per la guida dei policlinici romani. Ora torna anche il suo nome in questa girandola infinita dove a rimetterci è la Calabria e la credibilità del governo.

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