Il governo ha messo nero su bianco nel decreto anticipi uno sconto sugli extraprofitti delle società energetiche del valore di quasi mezzo miliardo: secondo le rilevazioni del Senato, le stime sono più esattamente di 450 milioni, ma potrebbero essere molti di più. Per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, dossier della Camera alla mano, si parla quasi del doppio.

La base imponibile

Il testo è attualmente in fase di approvazione al Senato. Il nuovo calcolo deriva dal fatto che la base imponibile era già stata ristretta rispetto alla prima norma messa in campo dal governo Draghi, e nello specifico riperimetrata dalla prima legge di Bilancio del governo Meloni varata alla fine dell’anno scorso.

La nuova norma contenuta nel decreto fiscale in discussione a palazzo Madama, detto anche decreto anticipi, ai commi 1 e 2 ripropone la modalità di calcolo del contributo straordinario e la relativa base imponibile, quindi più bassa, ma consente anche alle compagnie che dovevano versare l’ultima tranche della tassa sugli extraprofitti al 30 novembre di non pagare più.

Il governo, si legge nella relazione tecnica, ha tenuto conto che la previsione del versamento del contributo, da calcolarsi pertanto sulla base imponibile originariamente individuata, è stata ridotta postergandone il termine. Il monitoraggio effettuato in sede di elaborazione delle Nota di aggiornamento al Def ha poi rilevato che le entrate derivanti dal versamento del tributo straordinario «si sono rivelate di importo superiore» rispetto alle previsioni (dopo la modifica a vantaggio delle compagnie). E quindi non chiederà più niente.

Il nuovo contributo

Lo sconto è ingente, e l’esecutivo ha deciso di provare ad avere in cambio qualcosa. La norma istituisce per il 2024 un nuovo contributo straordinario a carico delle società energetiche, da versarsi in due rate entro il 30 maggio e il 30 ottobre 2024.

Le compagnie non sono mai state contente, non a caso tra ricorsi al Tar e incertezze, le scadenze di pagamento, ricorda il coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, sono state prorogate per ben 2 volte, prima 30 giugno 2023 poi 30 novembre 2023. E il calcolo della cifra che dovranno versare l’anno prossimo, pur essendo di quasi mezzo miliardo, è stato fatto al ribasso: «In una relazione tecnica della Camera la base imponibile ai fini del calcolo del gettito si riduce di 1,6 miliardi», esordisce. E «ora con l’articolo 6 decreto fiscale si toglie la data e si prevede lo sconto che potrà arrivare fino ad 800 milioni». Ma «per il 2024 Meloni prevede un’ entrata di 450 milioni di euro».

L’«inchino alle lobby»

Per il Movimento 5 stelle si tratta di «un inchino alle lobby». Il capogruppo Stefano Patuanelli ha lamentato che il governo «da un lato respinge il nostro emendamento sulla tassazione extraprofitti del settore bancario, rimangiandosi mesi di proclami». Dall'altro «apparecchia la tavola per un maxi-sconto sulla tassa prevista per gli extraprofitti dei colossi dell'energia, i cui utili complessivi hanno toccato quota 70 miliardi nel biennio 2021-2023». Patuanelli si è appellato al vicepremier Matteo Salvini, che quest’estate era stato il primo a festeggiare per la tassa sugli extraprofitti delle banche: «È evidente che lo hanno rimesso a cuccia. Con il dl Anticipi si sancisce il definitivo inchino di Giorgia Meloni alle lobby di ogni tipo».

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