Riecco Katanga. A palazzo Chigi ci sono gli intrepidi, quelli a cui le polemiche non fanno paura, neanche quando riguardano l’eccessiva convergenza a destra nelle nomine ai più alti incarichi. Nel pomeriggio di oggi, giovedì, nei palazzi è rimbombata la notizia della promozione di Mario Vattani da ministro plenipotenziario a ambasciatore di grado.

Il già famoso «console-fascio rock», che negli anni ‘80 ha fondato un gruppo di musica alternativa di destra Intolleranza e poi i SottoFasciaSemplice. Nome d'arte, appunto, «Katanga». La nomina, che all’inizio circola solo nei comunicati interni della Farnesina, è stata licenziata dalla presidenza del Consiglio, peraltro in una tornata di promozioni di undici diplomatici, tutti maschi, quasi tutti politicamente affini al governo. 

In serata arriva il comunicato di palazzo Chigi, con la formula di rito: «Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha deliberato». 

La proposta della promozione viene infatti, e ovviamente, dal ministro degli esteri Antonio Tajani, ma, viene spiegato, «il titolare della Farnesina è uno che ascolta varie istanze». Quelle di Giorgia Meloni e di palazzo Chigi in primis. E così da plenipotenziario a Singapore, dove si era insediato nel settembre 2021, nel maggio del 2023 gli era stato attribuito dalla presidente del consiglio l’incarico di Commissario Generale di Sezione per l’Italia per Expo 2025 Osaka. 

Vattani, figlio d’arte – Umberto Vattani, il padre, è stato due volte segretario generale del Ministero degli affari esteri ai tempi di Andreotti – nel 1989 è stato indagato per l'aggressione ai danni di due giovani di sinistra da parte di alcuni militanti del Fronte della Gioventù a Roma. In sede civile risarcisce, in sede penale invece viene assolto. 

Restano scolpite le sue gesta “artistiche”: nel maggio 2011 si esibisce con il suo gruppo musicale SottoFasciaSemplice a una manifestazione di CasaPound a Roma, nelle immagini fa il saluto romano. Lui nega. L’allora ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant'Agata lo rimuove dall’incarico in Giappone, ma alla fine dopo una lunghissima vicenda a colpi di ricorsi e carte bollate, ha ragione lui. Ora Meloni lo premia. 

© Riproduzione riservata