Il governo potrà mandare nei centri per il rimpatrio anche i richiedenti asilo, che comunque nelle intenzioni dell’esecutivo saranno esclusi dal sistema di accoglienza e saranno passibili di punizioni. Lo si legge nella coppia di emendamenti al decreto Cutro depositato dal governo questo pomeriggio in commissione Affari costituzionali al Senato. I testi prevedono anche centri emergenziali, l’assistenza della Croce rossa a Lampedusa e l’affitto di un traghetto per spostare i migranti.

I Cpr

Il testo che menziona i Cpr, il 7.0.100, fissa in primo luogo nuove procedure per i richiedenti asilo: vengono potenziate le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale; vengono estese le procedure accelerate alle frontiere e poi si potrà reiterare la domanda solo in caso di nuovi elementi o prove in merito a condizioni personali o alla situazione del paese di origine.

Quello che colpisce però è l’ampliamento delle ipotesi di trattenimento nei Cpr, centri che vengono definiti per i «detenuti senza reato» e dove le associazioni hanno spesso denunciato la violazione dei diritti. Il trattenimento per i richiedenti asilo avviene in caso di «rischio di fuga». Secondo il testo, questo pericolo sussiste quando il richiedente si è sottratto a un primo tentativo di trasferimento nel paese di competenza ma anche in altri quattro casi:

  1. mancanza di un documento di viaggio;
  2. mancanza di un indirizzo affidabile;
  3. inadempimento dell'obbligo di presentarsi alle autorità competenti,
  4. mancanza di risorse finanziarie.

Situazioni queste ultime che ricorrono molto spesso.

Accoglienza e traghetti

Prima che arrivasse questo emendamento che non sposta le finanze dello stato, con il via libera del ministero dell’Economia  è arrivato anche il 5.0.100.

Nella parte riguardante i richiedenti asilo dell’emendamento all’articolo 5 del decreto Cutro, viene riesumata una misura contenuta in uno dei decreti sicurezza firmati da Matteo Salvini: l’esclusione dalla possibilità di ospitarli nella rete del Sistema di accoglienza e integrazione gestita con i comuni. Adesso dovranno andare nei centri di accoglienza governativi fino alla decisione sulla domanda di protezione internazionale.

Nei centri che saranno individuati, e dove è prevista la permanenza del richiedente asilo per il tempo strettamente necessario, è prevista l'erogazione di servizi minimi: vitto, alloggio, vestiario, assistenza sanitaria e mediazione linguistico-culturale.

Potrà accedere al Sai chi entra in Italia con corridoi umanitari e reinsediamenti nonché i vulnerabili (anziani, malati, donne incinte). Fino all'ottenimento della protezione, dunque, i richiedenti asilo non godranno dei servizi di integrazione.

Significa che, secondo le stime, 1.926 persone, dovranno essere inserite nei centri di accoglienza governativi “per stranieri irregolari” e negli hotspot. 

La stretta sull’asilo

Un comma prevede la riduzione o la revoca delle condizioni di accoglienza nel caso in cui il richiedente protezione internazionale si renda responsabile di gravi violazioni delle regole del centro di accoglienza o di comportamenti gravemente violenti.

Non solo, nei casi di violazione grave o ripetuta da parte del richiedente delle regole della struttura in cui è accolto, compresi il danneggiamento doloso «di beni mobili o immobili», oppure comportamenti gravemente violenti, sono previste punizioni: l’esclusione temporanea dalla partecipazione ad attività organizzate dal gestore del centro, la riduzione dei servizi e la sospensione, per un periodo non inferiore a trenta giorni e non superiore a sei mesi, o la revoca, dei benefici economici accessori.

È, inoltre, previsto che la revoca o le misure limitative vengano applicate anche in caso di condotte illecite tenute al di fuori del centro di accoglienza e che le stesse siano adottate in modo individuale e motivate, nel rispetto del principio di proporzionalità, tenuto conto della situazione personale del richiedente, con riferimento ad eventuali condizioni di vulnerabilità.

La spesa complessiva prevista per il 2023 per assicurare l'accoglienza dei richiedenti asilo ammonta a oltre 853,6 mln di euro, dei profughi provenienti dall'Ucraina nei centri governativi e negli hotspot e dei richiedenti asilo non più inseriti nei progetti della rete Sai.

Il traghetto di Salvini

LaPresse

Il governo ha poi deciso di affidare ai privati il trasferimento degli ospiti dall’hotspot. Per questo vengono stanziate risorse per lo svolgimento del servizio di trasporto marittimo da parte di «vettori appositamente individuati», come è accaduto per le navi quarantena durante il Covid, si legge. L’esempio citato è il trasferimento da Lampedusa a un porto della Sicilia meridionale, di almeno 400 migranti al giorno, per un totale di 2.800 a settimana. L’affidamento del servizio sarà gestito dal Mit retto da Matteo Salvini

Sarà previsto, da parte del concessionario individuato, il servizio di trasporto di almeno 400 migranti al giorno sulla rotta Lampedusa - Mazara del Vallo, la quale costituisce il percorso marittimo più lungo ipotizzabile sulla tratta Lampedusa – costa meridionale della Sicilia, corrispondente a circa 130 miglia nautiche. Il corrispettivo previsto per tale servizio è stato fissato in 36mila euro per un viaggio andata e ritorno. Gli oneri complessivi per l'anno 2023 sono stati determinati in 8,8 milioni di euro, supponendo che il servizio venga affidato a far data dal primo maggio.

Il decreto senza mandato

La commissione tornerà a riunirsi lunedì, mentre è atteso nelle prossime ore un nuovo emendamento del governo, da domani i parlamentari potranno presentare i subemendamenti.

Le opposizioni hanno confermato che presenteranno una valanga di proposte e i lavori riprenderanno quindi direttamente lunedì alle ore 12 per l’illustrazione. Poiché la maggioranza non intende far slittare l'approdo in Aula calendarizzato per martedì 18 aprile, è quasi certo ormai che il provvedimento arriverà senza aver potuto votare gli emendamenti e senza mandato al relatore. Peraltro come già avvenuto a Palazzo madama per il dl Ong.

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