Da PaStation all’accordo per le elezioni europee il passo è breve. PaStation è il bistrot di Tommaso Verdini dove la presunta cricca degli appalti Anas incontrava amici, manager e politici.

Tra questi anche Lorenzo Cesa, totalmente estraneo all’indagine, ma intraneo alla rete di rapporti e conoscenze di Denis Verdini, l’ex berlusconiano, stampella del governo Renzi, indagato nel procedimento avviato dalla procura di Roma, pregiudicato e già ai domiciliari.

Proprio in questi giorni, le cronache hanno raccontato di un inaspettato accordo tra Cesa, cuore democristiano e già segretario dell’Udc, e la Lega di Matteo Salvini. L’obiettivo del leghista è quello di recuperare consensi, soprattutto nella circoscrizione sud dove è già stato arruolato il molisano Aldo Patriciello, formidabile portatore di voti, re delle cliniche e parlamentare europeo uscente eletto nel 2019 nelle liste di Forza Italia. 

Un evidente segnale, secondo un alleato-nemico di Fratelli d’Italia, della disperante condizione politica in cui si trova la Lega. 

La sera andavamo a PaStation

I Verdini, padre e figlio, sono accusati dalla procura di Roma di aver messo in piedi un sistema, con la collaborazione di Fabio Pileri, che ruotava attorno ai rapporti con una pletora di manager di stato, che hanno fatto carriera nel mondo delle infrastrutture, da Anas a Fs.

La Inver è la srl alla quale si affidavano gli imprenditori per avere informazioni privilegiate sugli appalti. Notizie che arrivavano da dirigenti dell’Anas in cambio di promozioni favorite dall’ex senatore berlusconiano.

Sono tanti i nomi citati nelle carte, protagonisti di cene e incontri nel locale. A una di queste, come documentano negli atti i finanzieri, ha partecipato anche Cesa, futuro alleato di Salvini, genero di Verdini.

«In tal senso si richiama in primo luogo, l’incontro del 30 novembre 2021 nella saletta riservata del ristorante PaStation Massimo Simonini (ex manager Anas indagato), Fabio Pileri, Antonio Samuele Veneziano, Tommaso Verdini, Denis Verdini, e il sottosegretario al Mef, Federico Freni (non indagato), cui si sarebbe unito, in un secondo momento, Lorenzo Cesa», si legge nelle carte dell’indagine.

Negli anni Novanta, quando era consigliere comunale a Roma, Cesa era anche stato arrestato per una tangente. Alla fine il procedimento si è concluso con il non luogo a procedere, tutto prescritto, ma è rimasto memorabile il suo verbale che aveva questo abbrivio: «Intendo svuotare il sacco».

Una storia che girava attorno a una gara Anas, l’azienda e gli appalti che ora inguaiano l’amico Verdini mentre Cesa è estraneo all’indagine.

I due, negli ultimi anni, hanno incrociato esperienze e progetti. Nel 2022 si erano ritrovati sempre a tavola, ovviamente a PaStation, per parlare di Quirinale e del sogno, poi infranto, del pregiudicato Silvio Berlusconi di salire al Colle più alto.

Ai cronisti assiepati Cesa aveva riferito di un incontro casuale. Lui che, come Verdini, si è visto assegnare, negli anni, la patente di responsabile quando c’era da salvare, dalle tempeste parlamentari, questo o quel governo.

Ora potrebbe salvare Salvini e la sua Lega dal disastro elettorale. «Sto collaborando con Matteo Salvini, l’obiettivo è costruire un percorso politico non solo per le Europee ma anche oltre», ha detto Cesa qualche giorno fa dal Molise dove Patriciello sanciva il passaggio da Forza Italia alla Lega.

È il secondo re delle cliniche private, dopo Antonio Angelucci, che passa armi, bagagli, e voti, dal partito berlusconiano a Salvini. «L’adesione alla Lega dell’europarlamentare Aldo Patriciello – più di 80mila preferenze nel 2019 – è solo l’ultimo arrivo degli ultimi mesi, da nord a sud. A questi numeri si aggiunge il sostegno alla Lega annunciato da Lorenzo Cesa dell’Udc, che ringraziamo per la volontà di costruire un percorso comune per rafforzare il governo e rendere l’Italia sempre più protagonista in Europa», si leggeva in una nota del partito.

Così Salvini accoglie tutti rinnegando gli strali del passato. Proprio Verdini e gli ex della Dc erano infatti i bersagli preferiti dei leghisti quando dovevano presentarsi come classe politica nuova e lontana da inciuci e accordicchi. Quel tempo è passato e ora per il connubio Cesa-Salvini manca solo l’ufficialità.

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