Il Minculpop è risorto. E comincia dai fondamenti. Domanda: “Einstein era di destra o di sinistra?”. Non ha senso. Non perché sia senza senso, bensì perché Einstein non era italiano.

Con Dante quella domanda ha senso. Perché l’autore della Divina Commedia e del De Monarchia è roba nostra, italianissima. E può (deve) essere fatto oggetto di riappropriazione interpretativa.

Alla destra è sempre stata attribuita una cultura deboluccia. Oggi che ha finalmente in mano il ministero della Cultura (Popolare) può andare alla riconquista.

Colonizzare Einstein, che era tedesco, non ha senso. Mentre ne ha colonizzare il Poeta. Nel libro di testo della fascistissima scuola elementare dei miei genitori era scritto che finita l’era romana imperiale, l’Italia divenne la culla dell’era nuova, genitrice dell’idea di “Nazione”.

Dante come “profeta” dell’Italia, che sulla scia di Omero, lo scopritore del linguaggio poetico, fu capace di raccogliere in un solo “illustre volgare” le sparse lingue della penisola.

Perciò fu “sommo”: per aver cantato la Nazione spirituale, che è eterna. Il ministro ripete questa antica verità che i nostri genitori apprendevano dai manuali di stato e non ha dubbi a intestare alla destra la radice della cultura nazionale.

Tutto quel che è germogliato nel bel paese deve essere ripulito dalla vernice della cultura egemonica di sinistra, dicono i rappresentanti di Fratelli d’Italia. E dunque? La destra ha una cultura che è la stessa di quella della Nazione.

Come ha affermato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, la distinzione ideologica destra/sinistra è superata, dunque....Dante è il padre della nazione e quindi della destra spirituale, che non è ideologica.

Così anche Federico Mollicone, presidente della commissione cultura della Camera: «Non siamo interessati a costruire un’egemonia culturale di destra ma liberarla da quella decennale di sinistra».

Liberare conquistando: fare opera di liberazione nazionale dai residui del dopoguerra. Riconquistare la cultura nazionale riportandola al tempo che precedette la resistenza partigiana.

Leggiamo su un sito di Fratelli d’Italia: «Recuperare una dialettica patriottica di tipo istituzionale, che si riferisca alla storia, alla tradizione e alla formazione dell’Unità... È necessario che gli italiani ricomincino a percepirla, anche da fonti governative, troppo spesso anestetizzate dalla cultura dominante progressista ed anti italiana».

Il progetto del governo di destra è proprio egemonico: «Fare controcultura patriottica è anche questo: inondare discorsi e linguaggio in generale di riferimenti che aprano la mente e che avviino un processo di consapevolezza”».

E chissà che tra cinque anni, un concorrente dei giochi a quiz della tv non vinca molti gettoni d’oro dicendo che Dante ha fatto l’Italia e Garibaldi l’ha liberata dai partigiani.

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