Il nuovo segretario votato dal 99,3 per cento dell’assemblea nazionale. La linea Letta: conferma le alleanze di centrosinistra, le allarga ai Cinque stelle. Chiede un partito «capace di stare all’opposizione». Alle correnti: «Neanche io ho capito la geografia interna»
- Letta disegna una larga alleanza post-ulivista che manda di traverso il pranzo della domenica a quelli della «vocazione maggioritaria». Incontrerà «Speranza, Bonino, Calenda, Renzi, Bonelli e Fratoianni». Poi andrà «all’incontro con i Cinque stelle guidati da Conte».
- Nelle prossime due settimane i circoli discuteranno la relazione del segretario. Poi «appena le condizioni sanitarie lo permetteranno» saranno lanciate «le agorà democratiche, composte da interni ed esterni al partito». Goffredo Bettini, pioniere della proposta sin dai tempi di Veltroni, ringrazia.
- La proposta di rilanciare lo ius soli» fa arrabbiare Matteo Salvini: «Parte male, è una cavolata».
Il primo ad attaccare Enrico Letta è Matteo Salvini, che non digerisce l’idea di ricominciare a parlare di ius soli. «Parte male», dice il leghista, «è una cavolata»; forse anche irritato per quell’insistere del nuovo leader dem sulla formula «la destra di Meloni e Salvini», e non viceversa. Buon segno, per un segretario Pd – eletto ieri dall’Assemblea nazionale da remoto con una valanga di voti, 860 su poco più di mille, due contrari e quattro astenuti, un imbarazzante 99,3 per cento – che ins



