La materia è forse la più controversa all’interno della maggioranza, ma il Partito democratico sembra aver trovato nuova spinta per affrontare il tema della riforma della giustizia. «Dopo anni di scontro politico che ha paralizzato la giustizia ora con Cartabia e col governo Draghi c'è l'occasione di fare quegli interventi che accelerino i processi e migliorino la giustizia in Italia. Evitando la deriva impunitista così come quella giustizialista. Ci siamo», ha detto il segretario Enrico Letta.

In diretta facebook, i vertici del partito hanno presentato le proposte di riforma e le direttrici delle proposte del Pd. 

Riduzione dei tempi

A partire dalla constatazione che «a parità di condizioni, non tutti i distretti giudiziari hanno uguali performance», il Pd propone un “Ufficio del monitoraggio delle performance degli uffici giudiziari” con l’obiettivo di uniformare il territorio sulle best practices degli uffici. Proposta, questa, presente anche nelle intenzioni della ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Inoltre il Pd propone di implementare la digitalizzazione – altro elemento fortemente richiamato dalla guardasigilli – e propone «il rito telematico,  un "rito digitale" per far corrispondere le norme alle nuove tecnologie» oltre alla riorganizzazione digitale degli uffici e la creazione di banche dati degli orientamenti sul contenzioso e degli atti conclusivi e delle sentenze.

Processo civile

Sulla riforma del civile, di cui il ddl è incardinato in commissione Giustizia al Senato, il Pd propone «pochi e mirati interventi sulla procedura per snellire e semplificare», il potenziamento dei metodi alternativi di risoluzione delle controversie e il loro incentivo attraverso un sistema di incentivi fiscali e di investire su specializzazione e sulla formazione professionale dei mediatori, oltre alla creazione dell’Uffico del processo (previsto anche nella proposta della ministra).

Inoltre, «Per le numerose materie rientranti nella volontaria giurisdizione si può pensare di affidarle - per alleggerire il carico degli uffici giudiziari - alle competenze delle professioni già specializzate come avvocati, notai e commercialisti lasciando al giudice la trattazione delle materie collegate al contenzioso.

Processo penale

Le proposte del Pd riguardano in particolare i riti alternativi: «oggi il 13% dei processi in primo grado si conclude con patteggiamento o rito abbreviato, una percentuale che dovrebbe aumentare di tre volte per deflazionare gli uffici giudiziari».

Poi c’è il riferimento alla giustizia riparativa, punto potenziale di frizione con il Movimento 5 Stelle: «la possibilità di estinguere alcune tipologie di reato mediante condotte riparatorie a tutela delle vittime» e con l’istituto della «archiviazione condizionata, secondo il quale il PM può imporre all’imputato l’obbligo di alcuni atti riparatori (da risarcimenti pecuniari a lavori socialmente utili».

Quanto all’attività del pm, le proposte sono di «modificare la regola di giudizio per la presentazione della richiesta di archiviazione prevedendo che il pubblico ministero, valutata la completezza, la congruità e la serietà del compendio probatorio acquisito, chieda l'archiviazione, al fine di escludere l'esercizio dell'azione penale in presenza di prove insufficienti o contradditorie laddove si ritenga inutile un nuovo supplemento istruttorio».

Sulla prescrizione, infine, il Pd punta a «correggere» la Spazzacorrotti con un meccanismo di prescrizione per fasi: «Nel caso di superamento dei termini di fase, sia in appello, sia in Cassazione, si dichiara l’improcedibilità in favore dell’imputato che viene assolto, la riduzione della pena di un terzo in favore dell’imputato la cui la condanna sia confermata o passi in giudicato, un equo indennizzo in favore dell’imputato che all’esito del giudizio di impugnazione contro una sentenza di condanna sia assolto. In ogni caso è previsto un termine (più lungo) oltre il quale opera l’improcedibilità».

Consiglio Superiore della Magistratura

«Da tempo chiediamo una riforma del Csm e siamo convinti che intervenire sulle regole dell'autogoverno non intacca ma valorizza e rafforza i principi costituzionali dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura. Si al pluralismo delle idee, ma per battere il correntismo non si può difendere l'esistente», ha spiegato Anna Rossomando, la responsabile Giustizia dem. 

La proposta di riforma, resa tanto più impellente dai recenti fatti di cronaca, parte dalla riforma della legge elettorale per l’elezione del Csm introducendo la parità di genere.

Quanto al funzionamento dell’organo: stop alle nomine a pacchetto, le nomine devono essere adottate in ordine cronologico e decise almeno due mesi prima della scadenza.

Modifiche alla valutazione di professionalità: «le valutazioni devono essere condotte anche sulla base del parametro costituito dal dato percentuale di smentite processuali delle ipotesi accusatorie, prevedendo un massimo di percentuale significativo. E per i dirigenti degli uffici prevedere l'inserimento di una valutazione delle performance organizzative misurate secondo parametri oggettivi».

Infine, il pd propone «la costituzione di un'Alta Corte competente almeno per il  giudizio d'Appello sulle decisioni degli organi di autogoverno di tutte le magistrature. In pratica un giudice di Appello nei confronti delle decisioni disciplinari e amministrative del CSM, del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e di quella Contabile». Per farla, però, servirebbe una legge costituzionale.

Carcere

L’obiettivo è portare a completa attuazione la riforma Orlando, a partire dall’aumento degli «spazi per il lavoro, lo studio e le attività in carcere»; l’aumento «da 45 a 60 giorni lo sconto di pena ogni 6 mesi per buona condotta» e «maggiore ricorso alle pene alternative al carcere e all'attività riparatoria e risarcitoria per i reati minori e bagatellari».

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