La direzione sulla sconfitta «non catastrofica»

Il Pd non si scioglie, ma è l’unica cosa su cui sono tutti d’accordo

LaPresse
LaPresse
  • Dura dieci ore l’autocoscienza di un gruppo dirigente che si guarda allo specchio: manca la credibilità, non si sa «da che parte stiamo nel conflitto sociale». Congresso entro marzo, il rischio che un altro giro di gazebo non risolva nulla.
  • Letta spiega «il film» delle alleanze: «Il nostro modello era il 2006, non ci siamo riusciti perché abbiamo avuto interlocutori che non volevano stare insieme». Ora faranno opposizione «intransigente, costruttiva e non consociativa». E se il governo della destra cadrà «non chiederemo governi di salvezza nazionale». Promessa ardua, visti i precedenti.
  • Andrea Orlando: «Dobbiamo dire da che parte stiamo nel conflitto sociale. Se nel tuo stesso campo c’è uno che incarna quel sistema e un altro che lo contrasta, non sei credibile». Gli aveva già risposto Alessandro Alfieri, portavoce di Base riformista: bisogna «archiviare la stagione dell’antirenzismo e del renzismo».

Per continuare a leggere questo articolo