- «Nelle altre missioni del Pnrr ci sono obiettivi quantificati che ne rendono la realizzazione più certa e misurabile. Invece la natura trasversale degli obiettivi che riguardano le donne e i giovani fa sì che non ci siano target e milestones autonomi».
- «La norma resta, ma ora ci sono le deroghe. Senza meccanismi di controllo e sanzione. Se anche le imprese e le amministrazioni si impegneranno ad assumere donne nella quota prevista, sarà un impegno non vincolante».
- «Una donna che lavora, compra sul mercato servizi che prima faceva a casa: usa di più le tintorie, compra di più nei supermercati. Più donne lavorano, più posti di lavoro si creano».
C’è un altro obiettivo del Pnrr che l’Italia rischia di mancare, oltre a quelli di cui più si discute in questi giorni. Ed è quello dell’occupazione femminile. È l’allarme che dà Maurizio Ferrera, docente di Scienze politiche e sociali alla Statale di Milano, ed esperto di politiche pubbliche italiane ed europee. Sulla carta chi vuole partecipare ai bandi finanziati deve assicurare l’assunzione del 30 per cento di under 36 e del 30 per cento di donne. Ma, sorpresa – si fa per dire – non va così



