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Calenda a colpi di tweet vuole conquistare Roma

LaPresse
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Per diventare sindaco di Roma, l’ex ministro deve fare i conti con un formidabile avversario: la sua tendenza a farsi nemici tra gli alleati

  • Il caratteraccio di Calenda è leggendario, l’ex ministro si offende facilmente ed è altrettanto veloce a passare all’attacco
  • Fino ad ora ha trattato il Pd come un taxi e ha diviso tutti i partiti nei quali è passato
  • Ma ora che vuole diventare sindaco di Roma ha bisogno di imparare in fretta come si costruisce una coalizione senza fare terra bruciata

Carlo Calenda annuncerà la sua candidatura a sindaco di Roma questa sera, durante la trasmissione “Che tempo che fa”. O forse no e si prenderà ancora qualche giorno per pensarci. Ha detto che deciderà «indipendentemente» da ciò che farà il Pd, ma in realtà ha un disperato bisogno proprio del Pd se vuole che la sua avventura abbia successo. Ma invece che tessere in silenzio la rete della coalizione necessaria a sostenerlo, Calenda si  è messo a dettare condizioni ai suoi potenziali alleati. Dice

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