A piazza San Giovanni il palco è stato montato il più indietro possibile, perché quella di oggi a Roma non è una manifestazione come le altre, dunque non servono i noti trucchetti per far sembrare strapiena la piazza dei lavoratori. Oggi al sit in di Cgil, Cisl e Uil “Mai più fascismi” servirà tutto lo spazio per rispettare il distanziamento. Per quanto possibile. «Gli obiettivi di partecipazione concordati con le autorità», spiegano a Corso D’Italia, «sono limitati a 50mila persone». Per non dare pretesti a chi accusa i sindacati di convergenze con i No-vax, o anche solo di un atteggiamento poco responsabile. Dopo la figuraccia delle forze dell’ordine si annuncia un dispiegamento di tremila agenti nella zona. Anche i sindacati avranno la loro “vigilanza democratica”.

Il segretario Cgil Maurizio Landini l scorso 10 ottobre durante il presidio davanti alla sede della Cgil assaltata ieri dai manifestanti no green pass (Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 10-10-2021)

Ma è difficile, anche dopo la difficile giornata di venerdì che qualcuno tenti provocazioni in una piazza che sballerà di parecchio i 50mila: arriveranno 10 treni speciali, 800 pullman, alcuni voli charter dalle isole, e circa 3mila persone alla spicciolata in treno, per non parlare dei piccoli pullman, da 20-30 persone, prenotati da tutte le parti d’Italia. Poi bisognerà vedere come la capitale risponde alla chiamata antifascista. Sarà una manifestazione statica, anche se migliaia di persone convergeranno dalle fermate della metro.

Calenda in dissenso

Hanno aderito una valanga di associazioni e i partiti del centrosinistra, senza bandiere per rispettare la richiesta dei sindacati: il Pd con Enrico Letta in testa, Si, Art.1, il gruppo parlamentare Leu, M5s. Presenti alcuni esponenti di Forza Italia. In un primo momento ha aderito anche Azione ma ieri Carlo Calenda ha visto che nella piattaforma non c’era solo il no allo squadrismo ma una lista di rivendicazioni sindacali. E ci ha ripensato: «Se diventa una manifestazione anche per la riduzione dell’età pensionabile e altre amenità allora noi non ci saremo».

Si segnala la presenza di Rifondazione comunista con le sue falcemartello, in obiezione alla richiesta di ammainarle. Ma l’impegno è di tenere basso il tasso di faziosità politica. Per respingere l’obiezione di Matteo Salvini e Giorgia Meloni e famiglia di “rompere” il giorno del silenzio elettorale per tirare la volata al centrosinistra nei ballottaggi, a partire da Roma dove domani si voterà lo spareggio fra Roberto Gualtieri e Enrico Michetti. Gualtieri ci sarà. Michetti no, per evidente imbarazzo sulle parole d’ordine antifasciste. Ieri Meloni ha rimandato una visita alla comunità ebraica romana. I suoi hanno giurato che i rapporti con la presidente Ruth Dureghello «sono buoni». Ma pochi giorni fa Dureghello ha scolpito parole durissime contro Michetti e le sue frasi antisemite “beccate” sulla rete.

Evitare divagazioni elettorali

E però per il candidato delle destre ieri è stata la giornata della solidarietà bipartisan: nella notte ha ricevuto minacce di morte e il suo comitato è stato imbrattato, «profanato e vandalizzato con le stelle a cinque punte delle Brigate rosse». In realtà dalle foto sembra trattarsi di una “semplice” stella rossa, simbolo usato da tutta la galassia “antifa”, cani sciolti compresi. Il fattaccio è manna dal cielo per la destra in odore di collateralismo con Forza nuova, l’organizzazione degli assaltatori del sabato sera. Fratelli d’Italia prova ad accreditare l’idea di un ritorno a parti rovesciate della «strategia della tensione», indicando il ministero dell’Interno e la titolare Luciana Lamorgese come il terminale delle macchinazioni. Inevitabile per le destre nostrane percepire una manifestazione in difesa della democrazia come una questione di parte.

«Non abbiamo voluto in alcun modo intrometterci nelle elezioni, la gente usa la sua testa e voterà come vuole, abbiamo dovuto reagire, non è che i fascisti che hanno attaccato la sede della Cgil non l’hanno fatto perché c’era la campagna elettorale. C’era bisogno di una risposta immediata», liquida la questione Maurizio Landini. Palco a sole sette voci, per evitare divagazioni elettorali: parleranno i tre segretari alternati ad altri esponenti sindacali.

© Riproduzione riservata