La cultura vista dal governo di destra è la sintesi di sovranismo, logiche spartitorie dei partiti e nostalgie passate. I tre profili scelti dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per guidare i ministeri della Cultura, dell’Università e dell’Istruzione rispondono a questo metodo.

Gli atenei come risarcimento

Anna Maria Bernini, professoressa di diritto molto stimata dai suoi colleghi senatori (anche a sinistra), dovrà gestire il mondo degli atenei. La sua nomina è il “risarcimento” di Silvio Berlusconi per il passo indietro fatto nel 2018: non l’ha scelta come candidata alla presidenza del Senato favorendole Elisabetta Casellati (oggi ministra delle Riforme istituzionali).

Istruzione a rischio inciampo

All’istruzione va Giuseppe Valditara, eletto con la Lega ma intellettuale già stimato dal leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini. Due profili, uno dei quali, Valditara, senza esperienze da ministro, per due settori su cui il centrodestra ha collezionato una serie infinita di inciampi politici e disastri.

La riforma Gelmini, introdotta dal quarto governo Berlusconi, viene ricordata per i tagli drastici alla scuola pubblica. Otto miliardi di euro e oltre 100mila insegnanti e personale Ata in meno, che hanno lasciato la scuola in una situazione drammatica.

La riforma ha riguardato anche gli atenei che hanno subito una riduzione del 7 per cento degli stanziamenti destinati alla ricerca. Quella serie di decreti che componevano la riforma vengono ricordati anche come riforma Tremonti, l’allora ministro dell’Economia: la finalità che gli è sempre stata contestata era quella di voler solo ridurre le spese dello stato. La riforma ne ha modificata un’altra, altrettanto invisa al mondo dell’istruzione, quella firmata da Letizia Moratti.

Dalla bio di Putin alla Cultura

Meloni ha poi deciso di caratterizzare marcatamente il ministero della Cultura. Lo guiderà l’attuale direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, vicino anche alla Lega. Putin è il titolo di una biografia che ha firmato. Da direttore è stato spesso criticato da sinistra. Il mondo della cultura è in buone mani.

 

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