La Croce rossa ha mosso guerra alla Cccp 1987: la società che gestisce il circolo sportivo impegnato nel sociale il Faro, che a breve, racconta Enrico Zanchini, mister e vicepresidente, sarà costretto a riconsegnare le chiavi di un’area di «due campi da calcio a cinque, un biscottino rispetto a tutto il parco».

Tra le squadre ospitate c’è il Real Zigan, interamente composto da rom e presieduta del fumettista Gipi. E chissà che il nome così tanto sovietico, riflette Gipi, non li abbia resi antipatici agli ospiti: «So che alla Cri sono abbastanza di destra: si appellino alla mens sana in corpore sano, e anche alla sicurezza. Da quando giocano, i miei ragazzi non si sono più messi nei guai. Ci sono degli ottimi valori di destra da portare avanti».

La Cri replica a Domani: «La Croce Rossa Italiana  non pone mai questioni di carattere politico nell’orientare la sua azione. Siamo assolutamente favorevoli ad attività con finalità sociali» ma «questo va fatto nel rispetto di un quadro di legalità».

Uno spazio per tutti

A niente sono servite le storie trasposte nei film, l’appoggio di stampa e attori e infine anche la raccolta firme, trasversale: «Anche Pino Insegno», volto della Rai meloniana, dice Zanchini con indosso la maglietta “#nonspegneteilfaro”. La battaglia l’ha avviata l’oggi presidente della regione di centrodestra Francesco Rocca quando era vertice Cri, e dopo il suo passaggio in Regione, nessuno ha desistito.

Il circolo che ha superato i 250 tesserati opera da 20 anni, da quando cioè si è unito alla fondazione Il Faro di Susanna Agnelli che ha offerto in affitto i locali della Cri per allenare le squadre.

Nel 2016 è nata la nazionale “Crazy for football”, formata da pazienti psichiatrici. Un’esperienza che è stata raccontata nell’omonimo film che ha vinto il David di Donatello. Allenatore sempre Zanchini, interpretato sullo schermo da Max Tortora. «Quando Gipi ha deciso di mettere su la squadra – dice Zanchini – lo hanno mandato subito da me».

L’impostazione, raccontano nel quartiere, «è inclusiva». In un mondo fatto di società sportive che aizzano alla competizione, qui hanno tutti la possibilità di giocare. E non lo raccontano loro, ma la signora Laura che insieme al figlio Ariel esclama appena vede il mister: «Vi mandano via davero? Me dispiace! Lui poi ha fatto tuffi, ma con voi ha giocato lo stesso due anni».

Tra i tesserati anche il figlio del premio Strega Sandro Veronesi, che all’inizio dell’anno gli ha dedicato un articolo: «È l’esempio perfetto di come la Croce Rossa dovrebbe impiegare le proprie risorse, perché la sua è una storia di inclusione e di educazione alla vita, di convivenza con le fragilità, di impegno per il raggiungimento dei traguardi agonistici senza nulla sacrificare dello spirito sportivo».

L’inefficacia

Il mister Zanchini con la squadra (Foto di Emanuele Artenio)

E invece la Croce Rossa si è rivolta al tribunale civile per ottenere lo sfratto, o, come sottolineano, «l’inefficacia del contratto». L’Asd Cccp 1987 ha stipulato un contratto di locazione dell'area con la fondazione Il Faro di Susanna Agnelli nel 2005, fondazione che la sorella dell’avvocato ha presieduto fino alla morte, nel 2009. Fino a quel momento, niente da ridire. Ma nel 2020, la fondazione ha chiuso e Croce rossa l’anno dopo ha deciso di contestare il contratto perché non stipulato direttamente con loro.

Cccp 1987 ha perso, ma loro sono rimasti in attesa che cambiasse qualcosa. L’attuale presidente della Regione aveva mandato alcuni suoi emissari per mediare, ma non si è arrivati a nulla. Oltre al contratto, la Cri contesta che qualcosa andrebbe sanato, ma di fatto chiede solo che vadano via.

Anche se poi smentisce la sua linea di intransigenza, visto che fino a pochi giorni fa si è disputato il torneo fra le squadre di Villa Maraini, l’Agenzia Cri per le tossicodipendenze, e il Real Zigan.

Cominciare una nuova stagione al Faro in queste condizioni è impossibile. Sfratto o inefficacia che sia, il contratto è scaduto a luglio. Dovranno fermarsi. Preparano un evento di saluto, ma non di addio: «”Nun smorza’, abbassa”, come diceva Verdone», ripete Zanchini. Sperano che tramite il municipio, il circolo possa ripartire tra un anno. Gipi chiosa: «Umanamente stona tutto e non torna niente, non ho idea di quale uso vorrebbe farne la Cri, ma lasciarlo a loro mi pareva nobile».

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