Un altro capitolo nelle sofferenze di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna rinchiuso del carcere di Tora dal 7 febbraio del 2020. Oggi ha ricevuto la visita della sua fidanzata e le ha raccontato che viene deriso dalle guardie: «Se non ti tagli i capelli non ti faremo più entrare» gli ha detto il capo del carcere prendendolo in giro prima dell’udienza in cui è stata rinnovata la sua prigionia la settimana scorsa.

Patrick, come dopo tutte le altre udienze, anche questa volta non era al corrente di quanto è accaduto, non era informato del fatto che i suoi avvocati hanno chiesto di cambiare la corte che si occupa del suo caso, e il verdetto di proroga della detenzione per altri 45 giorni lo ha compreso dal fatto di non essere stato scarcerato. «Sembrava stare bene in generale» riporta la pagina Patrick libero gestita dagli amici. Ha anche detto che appena è entrato nell'aula dell'ultima sessione, il giudice aveva chiesto agli avvocati di andarsene.

Lui ha dato «Cent’anni di solitudine» di Gabriel García Márquez alla sua ragazza, con all'interno un biglietto scritto in italiano che diceva: «Ancora resisto, grazie per il supporto».

La fidanzata ha cercato di confortarlo dicendogli che si spera che tutto questo finisca presto, lui ha riso. Una risata sarcastica, scrivono.

Gli amici non mollano: «Continuiamo ad aggrapparci alla speranza che sia presto libero e che domani ci porti notizie migliori».

© Riproduzione riservata