Il garante sente Draghi e sarà nella delegazione che discuterà col presidente incaricato, ma la sua presa di posizione non basta. I senatori restano compatti sul no a Draghi e a Forza Italia: i voti M5s per il nuovo esecutivo al Senato per ora sono pochissimi
- «Quando chiamano Beppe, vuol dire che qualcuno non si vuole sporcare la camicia». A dirlo è un deputato critico verso il nuovo governo di Mario Draghi: ed effettivamente, la giornata gira tutta intorno al garante del M5s.
- Al suo arrivo trova dei gruppi irrecuperabilmente spaccati. A portare una calma almeno temporanea è la decisione di inserirlo nella delegazione che porterà avanti le trattative con il presidente incaricato.
- Sono tanti però i senatori da convincere. Uno dei parlamentari più addentro alle trattative spiega che a Palazzo Madama il gruppo è totalmente impermeabile a qualsiasi proposta. E che, in questo momento, se si provasse a fare i conti con i numeri della vecchia maggioranza, la fiducia sarebbe lontanissima.