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La Lombardia non è pronta alla fase 2: «Stiamo facendo gli stessi errori di marzo»

Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Anche i medici e infermieri che lavorano in ospedale chiedono da mesi di rafforzare l’assistenza sul territorio, l’unica che può prevenire il collasso delle terapie intensive e una nuova strage. Ma per ora niente è cambiato

  • La tanto temuta seconda ondata pandemica, che si potrebbe sovrapporre all’abituale picco dell’influenza stagionale, rischia di mandare in tilt nuovamente tutto il sistema se non verrà messa in campo una risposta adeguata. Soprattutto a livello territoriale, vale a dire fuori dagli ospedali.
  • Gli ospedali sono i luoghi dell’eccellenza lombarda ma proprio lì nelle settimane drammatiche del picco pandemico si è avuto il 55 per cento di mortalità nelle terapie intensive, a fronte di una media nazionale che va dal 25 al 40 per cento. Questo perché i pazienti in ospedale ci sono arrivati spesso in condizioni disperate, troppo tardi, senza alcun filtro sul territorio.
  • Bisogna “fare rete”: sono queste le parole che si leggono in una lettera aperta indirizzata alle istituzioni e sottoscritta in pochi giorni già da 500 addetti ai lavori nel campo della sanità lombarda, soprattutto bergamasca.

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