governo ancora diviso

La manovra dei rinvii, il taglio delle tasse slitta alle calende greche

La riduzione dell’aliquota per il ceto medio chiesta da Forza Italia viene spostata almeno al 2025. Tajani boccia l’ipotesi del golden power per l’operazione Unicredit-Bpm: «Non ci sono stranieri» 

Più che una manovra sembra un decreto Milleproroghe. Le misure vengono rimandate a data da destinarsi. A cominciare da quelle più importanti come il feticcio propagandistico del taglio delle tasse al ceto medio, con la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33 per cento. Nella migliore delle ipotesi slitta all’anno prossimo tra fine gennaio-inizio febbraio. Servirà un provvedimento ad hoc, che lascia presagire un’entrata a regime in primavera. E tanto basta a mandare su tutte le furie

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