nessuno aveva avvertito draghi

La nota vaticana ha sorpreso il premier incensato dalle gerarchie

  • «Il nostro è uno stato laico». Quando Mario Draghi ha pronunciato queste parole nell’aula del Senato, in molti hanno percepito quasi un filo di irritazione. E forse era proprio questo che il presidente del Consiglio voleva trasmettere.
  • Il passaggio da Conte a Draghi è stato repentino, ma quasi naturale. E lui non si è certo sottratto alle aspettative aggiungendo a un curriculum stellare anche la frequentazione delle messe domenicali.
  • Ovviamente non sarà una nota verbale malamente recapitata a mettere in crisi i rapporti tra Vaticano e palazzo Chigi. Poco più di un mese fa, il premier e il papa avevano anche condiviso il palco degli Stati generali della natalità mostrando, ancora una volta, una certa sintonia.

«Il nostro è uno stato laico, non è uno stato confessionale. Quindi il parlamento è certamente libero di legiferare e di discutere: sono considerazioni ovvie, queste». Quando ieri Mario Draghi, tra gli applausi, ha pronunciato queste parole nell’aula del Senato, in molti hanno percepito un cambio di registro rispetto all’oratoria gesuitica a cui il premier ci ha abituati. Quasi un filo di irritazione. E forse era proprio questo che il presidente del Consiglio voleva trasmettere. Perché la no

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