Sindaci dem contro parlamentari Pd, nel mezzo la cancellazione dell’abuso d’ufficio. Così il governo è riuscito nella duplice impresa: commemorare Silvio Berlusconi con un ddl sul tema che gli è sempre stato caro ma soprattutto spaccare il Pd.

La distanza tra gruppo parlamentare e primi cittadini è evidente e nessuno prova nemmeno a dissimularla, tanta e tale è la pioggia di dichiarazioni discordanti. La questione è annosa: da dieci anni i sindaci chiedono una revisione del reato, che considerano vessatorio e tra le principali cause della cosiddetta paura della firma. Per questo per loro la cancellazione è «una vittoria», come la definisce senza mezzi termini il sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Pd Matteo Ricci.

Che poi argomenta: «Capiamo che abolirlo può aprire qualche contraddizione giuridica, ma noi abbiamo sempre espresso la necessità di una revisione radicale». Quindi portare avanti una posizione di contrarietà rispetto alla scelta del governo non è sostenibile, è l’ovvia conclusione.

Anche a costo di essere l’ennesima spina nel fianco – sempre proveniente dall’area del partito più vicina a Stefano Bonaccini – della segretaria Elly Schlein, che invece è allineata al giudizio negativo sul ddl espresso dai gruppi parlamentari dem. «Siamo contrari», ha detto Schlein, aprendo tuttavia «all’idea che si possa riformare la fattispecie per evitare alcuni effetti distorsivi».

Per il gruppo dem che si occupa di giustizia, infatti, il rischio di abolire l’abuso d’ufficio è quello di aprire la strada a rischi ben più gravi: «Capiamo i nostri sindaci, che hanno sempre chiesto la rimodulazione dell’articolo, alla luce di quelle che erano evidenti storture. Va detto che l’ultima modifica ha ridotto in modo significativo il numero dei rinvii a giudizio e delle condanne», ha detto la responsabile Giustizia, Debora Serracchiani, «la nostra preoccupazione però è che, eliminando del tutto l’abuso, si riespandano le fattispecie di reati più gravi, come la corruzione». Una sorta di eterogenesi dei fini, insomma.

Obiettivo sbagliato

Fuori dal lessico ufficiale, la sensazione tra i parlamentari è che «i sindaci sbaglino obiettivo», anche perchè una cucitura tra le diverse posizioni in seno al partito – quella dei primi cittadini esasperati e sempre più rumorosi e i parlamentari più cauti – era stata trovata nel cosiddetto “pacchetto sindaci”, la proposta organica che prevedeva la riforma del testo unico degli enti locali, la modifica della legge Severino e delle norme sui reati omissivi.

La questione però è come uscire dall’angolo. Per tutta la giornata ci sono stati contatti trilaterali tra sindaci, parlamentari e segreteria in ruolo di mediazione: i primi avrebbero chiesto di astenersi sull’abrogazione della difesa d’ufficio, nel caso in cui il disegno di legge si voti articolo per articolo, ma la risposta sarebbe stata negativa. Comprensibile, perché «siamo pur sempre all’opposizione», dice una fonte vicina ai sindaci «ma questo non toglie che il cento per cento dei sindaci del Pd è d’accordo con l’abrogazione».

Il gruppo parlamentare vicino alla segreteria, però, prende tempo: il disegno di legge dovrà essere incardinato in una delle due camere, poi il Pd presenterà i suoi emendamenti ripresi dal “pacchetto sindaci” e la speranza è che qualche crepa nasca anche dentro la maggioranza. Non è detto infatti che il testo approvato in cdm passi indenne il percorso d’aula, visto che la Lega era contraria all’abrogazione.

La strategia di Schlein, dunque, sarebbe di far passare la proverbiale nottata. Accogliendo il suggerimento del sindaco di Milano, Beppe Sala, di non rincarare la dose contro l’abuso d’ufficio e di concentrarsi piuttosto su altre parti controverse della riforma. Con la consapevolezza che prima di lei anche Enrico Letta aveva dovuto scontrarsi con lo stesso ostacolo.

Tuttavia, ogni crepa rischia di diventare una voragine che i nemici interni di Schlein sono pronti a sfruttare, soprattutto quando la leader dem mostra di non padroneggiare bene la materia del contendere. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, con cui è in corso una guerra a distanza, ha affondato il colpo: «L'iniziativa assunta dal Governo è importante e positiva. Ho ascoltato invece esponenti del Pd, che sono per la loro storia politica esempi di trasformismo e opportunismo, dire altro». Mentre nel Pd infiamma lo scontro, il centrodestra si gode lo spettacolo.

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