Quali sono le prospettive per la Milano “post pandemica”? Chi sarà il sindaco che emergerà dalle elezioni 2021? Come giudicare la recente “svolta verde” di Beppe Sala? Sono questi i temi chiave affrontati in una indagine condotta da GPF Inspiring Research su un campione di 800 milanesi maggiorenni, che ha analizzato anche il giudizio dei cittadini sui cinque anni di giunta Sala, con un focus su come l’amministrazione abbia reagito all’emergenza pandemica.

Comune alle risposte della maggioranza dei milanesi è un misto di orgoglio (pur ferito) e di fiducia condizionata. Complessivamente, due terzi dei cittadini (il 67,8 per cento) si dichiara ottimista sul fatto che la «Milano post pandemica» troverà la forza di reagire: Milano è «il fulcro economico del paese» e il 30 per cento crede che la città abbia in sé gli “anticorpi” storici, culturali, attitudinali per rimboccarsi le maniche e affrontare i problemi. Il rimanente terzo si dichiara pessimista, in virtù del fatto che l’economia della città sia stata duramente colpita dalla crisi.

Il giudizio sulla giunta uscente non è unanime: un milanese su sette (il 14,4 per cento) ritiene che in questi cinque anni la città sia sicuramente progredita; secondo il 54,2 per cento «è progredita, ma poteva fare meglio», mentre il rimanente 31,5 per cento ritiene che non sia progredita o che sia regredita. Gli aspetti più critici sono la situazione dei “nuovi poveri”, l’integrazione/immigrazione e la gestione del Covid-19. In particolare il giudizio sulla gestione pandemica, per quanto di competenza della giunta, vede il 47,8 per cento dichiaratamente insoddisfatto, il 20,1 per cento decisamente soddisfatto e i restanti con valutazioni neutre o intermedie.

Il sindaco del futuro

Chi dovrebbe guidare Milano nei prossimi anni? Se interrogati sulla possibilità di affidarsi a un «politico di professione» o a un «rappresentante della società civile», i milanesi non hanno dubbi: il 78,6 per cento ritiene che il prossimo sindaco debba essere un rappresentante della società civile, dato molto più netto rispetto ad analoghe rilevazioni condotte da GPF in altri periodi storici o in altre città. Il 57 per cento dei milanesi concorda comunque sul fatto che la persona più adatta a guidare Milano nei prossimi anni possa essere Sala, ma solo il 13 per cento ne è decisamente convinto. Il rimanente 43 per cento non vede nel sindaco attuale la figura più adatta.

Per quanto riguarda poi la recentissima “svolta verde” del sindaco Sala, con il passaggio dal Pd ai Verdi europei, per un terzo dei milanesi si tratta «solo di una mossa per rinnovarsi e sembrare meno politico». Un quarto ritiene invece che Sala abbia «fatto bene, ma è una mossa più politica che personale». Le opinioni restanti sono divise tra poco più di un milanese su 5 che ritiene che abbia fatto bene («mossa coerente e lungimirante») e poco meno di uno su 5 che ritiene che abbia «fatto male, doveva restare nel Pd».

Gli sfidanti

Nonostante gli avversari non abbiano ancora individuato i propri candidati agli intervistati è stata sottoposta una lista che, oltre a Sala, comprendeva alcuni nomi tra quelli più citati negli ultimi mesi: Stefano Bolognini (assessore regionale, Lega), Gabriele Albertini (già sindaco per Forza Italia), Simone Crolla (manager, consigliere delegato della American Chamber of Commerce), Maurizio Lupi (deputato di Noi con l’Italia) e Roberto Rasia (responsabile comunicazione del gruppo Pellegrini). I dati mostrano una sostanziale parità (sia inclusiva dei “non voto”, peraltro significativi, sia al netto di questi ultimi) tra le intenzioni di chi vorrebbe la riconferma di Sala e chi, invece, è pronto a sostenere una candidatura del centrodestra. A raccogliere più preferenze è Crolla, anche a discapito di nomi più noti come Albertini e Lupi. È interessante notare che Crolla presenta la “ratio” più elevata tra il tasso di conoscenza (23,2 per cento) e intenzione di voto (13,2 per cento, in “competizione” con le altre candidature del centro-destra).

Interessanti i posizionamenti dei votanti, e indirettamente dei candidati, sulla “Mappa 3SC”, strumento proprietario di GPF che segmenta la popolazione tra cluster valoriali e socio culturali. Sala è in un’area identificata con l’ambito valoriale “sociale”, in un territorio centrale degli elettori di centrosinistra. In merito agli altri candidati, se la maggior parte presidia aree più “classiche” del centrodestra (Lupi più tradizionalista, Bolognini vicino al polo valoriale della Lega) risulta nuovamente interessante il posizionamento socio culturale dei votanti di Crolla nell’area privato/innovazione. Un’area di forte “domanda politica” che è stata però lasciata orfana di una corrispondente “offerta” negli ultimi anni.

 

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