Al ministero dell’Interno sono state spartite le deleghe, e la delega sull’Immigrazione ha preferito tenersela ancora una volta la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Alcune competenze affini, come quella sulla cittadinanza e i diritti civili, invece sono state affidata al sottosegretario di Italia viva, Ivan Scalfarotto. Se da una parte i renziani hanno vinto una parte della partita, ottenendo anche le autonomie locali, la Lega non può dirsi scontenta, visto che il sottosegretario Nicola Molteni, il padrino dei decreti sicurezza, ha ottenuto quella sul dipartimento di pubblica sicurezza, ovvero la polizia. Il Movimento 5 stelle ha avuto invece le competenze su racket, usura nonché il coordinamento delle iniziative di solidarietà alle vittime di mafia. Di fatto Lamorgese ha garantito una bandierina per tutti, tenendo per sé stessa il tema più controverso.

Chi non è entrato in partita almeno ufficialmente è il Pd, l’altro azionista di governo insieme a LeU, che non esprime sottosegretari al dicastero centrale per le politiche migratorie e l’accoglienza. Nel governo Conte II, la delega l’aveva tenuta sempre Lamorgese, ma il vice ministro dem Matteo Mauri aveva seguito personalmente le modifiche dei decreti sicurezza di Salvini.

La soddisfazione di Scalfarotto

Il primo a ringraziare è stato Scalfarotto. «Ringrazio la ministra Lamorgese per la fiducia, che onorerò al meglio delle mie capacità – ha commentato ieri -. I temi dei diritti civili e delle minoranze sono parte da sempre del mio lavoro politico e sono davvero onorato di poter esprimere il mio impegno su questi temi dalla mia posizione nel governo». Quanto alla delega alle Autonomie Locali «costituisce per me un’occasione preziosa per sostenere il ruolo fondamentale che i livelli di governo più vicini ai cittadini svolgono nella vita del paese». Comuni, province – le stesse che la riforma costituzionale di Renzi doveva abolire – e città metropolitane «hanno bisogno di semplificazione e di maggiore chiarezza sulle regole per poter lavorare nelle migliori condizioni e svolgere il ruolo fondamentale che rivestono nell’architettura istituzionale della Repubblica». Per questo, ha concluso, «sono davvero onorato di poter contribuire all’azione riformatrice del Governo Draghi da queste prospettive così centrali e strategiche».

La reazione di Sibilia

Oltre alle deleghe sulla criminalità, a Sibilia è stata affidata anche quella sui vigili del fuoco, una riconferma. Quanto basta per ribadire la provenienza dal governo Conte II: «Farò di tutto per svolgere il mio incarico con disciplina e onore. Continuerò con sempre maggiore impegno e costanza nel solco del lavoro già impostato nella precedente esperienza di Governo». Ringrazio la Ministra Lamorgese per l’ampia fiducia accordatami, anche attribuendomi le ulteriori importanti deleghe.

Il silenzio della Lega

La Lega, a cinque giorni di distanza dalla firma della ministra, arrivata il 29 aprile, non ha ancora commentato. Durante la formazione del governo, Salvini aveva anticipato che avrebbe messo un suo uomo al dicastero, e così è stato, per poi sottolineare l’importanza della battaglia leghista per l’uso dei taser, cioè della pistola elettrica per la polizia. Se niente è stato detto per la nuova competenza affidata al Carroccio, il primo maggio, Salvini e Molteni, invece hanno scritto una lettera per criticare la gestione dei flussi migratori accusando i migranti di aggravare la diffusione della pandemia. L’opposizione interna – almeno a parole – continua.

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