Nuova ondata migratoria e di rimpatri. In un’intervista rilasciata a Repubblica, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, si dice preoccupata del nuovo flusso di migranti proveniente dal Mediterraneo.

Da inizio anno si sono registrati 6mila sbarchi, più del doppio rispetto al 2020, mentre sono stati 398 quelli del 2019. Secondo la ministra, l’aumento degli arrivi è dovuto al nuovo periodo di stabilità che sta vivendo la Libia dopo l’insediamento del nuovo governo guidato da Dbeibah eletto a Ginevra lo scorso 5 febbraio da 75 delegati del forum del dialogo politico libico sotto l’egida dell’Onu. Proprio per questo la ministra dichiara di aver già contattato il suo omologo libico e di volerlo incontrare il prima possibile. 

I tavoli di Bruxelles

In Europa, invece, l’Italia chiede «un meccanismo operativo di solidarietà, sostenuto dai paesi che condividono con noi i principi del rispetto dei diritti umani, in grado di partire dai prossimi mesi» dice il capo del Viminale. «È necessario uno sforzo continuo per trovare il giusto punto di equilibrio tra il pilastro della responsabilità e quello della solidarietà nella gestione dei flussi dei migranti – continua–  l’autorevolezza di cui gode il presidente del Consiglio in tutte le sedi internazionali agevolerà questo difficile percorso».

Definisce il summit di Atene un importante passo avanti. Infatti, i paesi del Med5 (Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna) hanno inviato un documento alla Commissione europea in cui vengono sanciti due punti fondamentali elencati dalla ministra: «il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità, e della necessità di istituire un meccanismo europeo gestito a livello centrale per facilitare i rimpatri su richiesta degli stati interessati». Da inizio 2021 l’Italia ha effettuato più di 776 rimpatri, di cui 367 verso la Tunisia.

Sul cambio di rotta in tema immigrazione chiesto dal segretario della Lega, Matteo Salvini, la ministra dell’interno non polemizza ma lancia una frecciatina ai suoi alleati europei: «Mi sembra che la Lega, da quando è al governo, abbia compiuto passi in avanti sui temi europei. Abbiamo bisogno di ogni sforzo possibile, anche esercitando una legittima pressione sui Paesi del “Patto di Visegrad”, per far passare a Bruxelles la linea che si basa su un giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà nella gestione dei flussi».

Per quanto riguarda il rapporto tra il suo dicastero e le ong Luciana Lamorgese dice che durante il suo mandato «non è mai stato interdetto l’ingresso nelle acque territoriali» alle navi che hanno effettuato soccorsi in mare «ed è sceso a 2,5 giorni il tempo medio che intercorre tra la prima richiesta di porto sicuro e l’assegnazione della destinazione». Punta, però, a riconvocare un tavolo con le ong per una verifica sull’attuazione del “Codice di condotta”.

La ministra fornisce anche dei dati per quanto riguarda le oltre 207mila domande presentate per la sanatoria voluta dal governo Conte bis. Ha annunciato l’assunzione di 350 operatori in 62 prefetture e altre 850 contrattualizzazioni previste nelle prossime settimane. Forze fresche che saranno in grado «di velocizzare l’esame delle domande».

Eclissa invece sullo Ius soli, limitandosi a dire che è un «provvedimento considerato di grande rilevanza sociale sia anche divisivo e necessiti, dunque, di un’ampia condivisione in Parlamento per essere approvato».

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