Tra le più apprezzate nel dibattito interno al partito è Roberta Pinotti, che dice «sono pronta a fare battaglia politica». Non c’è una linea unitaria, ma la certezza è che la conquista di un ruolo passa attraverso le correnti
- Nonostante gli appelli alla parità di genere e le dichiarazioni di intenti contenute nello statuto, nel Pd ha prevalso la dinamica di distribuzione delle cariche da manuale Cencelli.
- Ora il dilemma interno che sta facendo ribollire le chat delle donne del Pd è uno solo: accettare o meno la “compensazione” dei sottosegretariati offerta da Zingaretti.
- Uno degli interventi più apprezzati è stato quello di Roberta Pinotti, secondo cui «bisogna smettere di fare la rivolta del giorno dopo, ma iniziare a costruire il futuro permettendo alle donne di diventare dei leader». Che risuona anche in vista del futuro congresso del Pd.
Non accenna a placarsi il dibattito interno al Partito democratico, dopo quello che è stato vissuto come uno «schiaffo» alla rappresentanza femminile nella scelta di una squadra di ministri tutti uomini. I fatti sono chiari: i tre ministeri sono stati assegnati ai tre rappresentanti (uomini) delle principali correnti: il vicesegretario Andrea Orlando al Lavoro; Lorenzo Guerini, capogruppo della corrente ex renziana di Base riformista, confermato alla Difesa; Dario Franceschini della corrente mo



