Per Gaza e Israele va a finire che la posizione è per tutti due popoli e due stati, eppure ci sono due linee di governo. Il 4 novembre, Festa delle Forze Armate, sono andate in scena più manifestazioni. Da una parte il ministro della Difesa Guido Crosetto si è mosso tra Roma e Cagliari per adempiere al suo dovere istituzionale per la cerimonia, dall’altra il vicepremier Matteo Salvini ha sfoggiato un palco organizzato dalla Lega

«per l’Occidente e per il diritto all’esistenza dello Stato di Israele». Uno scontro tra palchi, visto che nei giorni scorsi l’esecutivo ha deciso di cancellare le manifestazioni al Circo Massimo del 4 novembre, il leader della Lega è andato avanti con la sua iniziativa ufficialmente senza simboli di partito e aperta a tutti ma che di fatto non ha coinvolto nemmeno gli alleati.

La posizione di Crosetto

Crosetto non ha commentato direttamente Salvini, ma da ministro della Difesa ha parlato di Gaza. Mentre le cronache segnalavano gli attacchi a una scuola e ad alcune ambulanze da parte di Israele, il ministro, dopo essere stato all’Altare della Patria, si è spostato a Cagliari in compagnia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lì ha tenuto il suo primo discorso: «Vi è una sfida cruciale da vincere: impedire che quanto sta accadendo nella striscia di Gaza scateni una nuova Lepanto, una nuova, assurda, guerra di civiltà religiosa, politica, ideologica, tra cristianesimo e Islam, tra Occidente e Oriente, Europa e Stati arabi».

Nel pomeriggio, alla manifestazione al Senato ha aggiunto che le Forze Armate italiane stanno «portando aiuti a Gaza». Stanno gettando «acqua sul fuoco, portando medicinali e supporti sanitari». E «sono concentrate per realizzare una missione in quei territori» martoriati dalla guerra.

Tra uno spostamento e l’altro, rispondendo ai giornalisti, ha annunciato che l’Italia sta allestendo un ospedale su una nave, per cercare di aiutare i civili, e sta pensando di costruire un ospedale anche a terra.

Il flop di Salvini

Di tutt’altro tenore il palco di Salvini, che si è aperto con il messaggio dell’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar che ha ringraziato il governo e «vi chiediamo di continuare a sostenerci con forza». Salvini ha detto che la sua manifestazione «senza paura» è stata «una piazza che reclama la libertà di pensiero e di parola. Una piazza contro l’odio, la violenza e contro il cancro disgustoso dell'antisemitismo». Anche se i toni prima di lui non sempre sono stati moderati. Nell’ordine hanno parlato per una manciata di minuti a testa il ministro Giuseppe Valditara, il sindaco di Cinisello Balsamo, il presidente Massimiliano Fedriga, la presidente dell’Unione Associazioni Italia Israele Celeste Vichi, e Ayoub Ouassif «operaio musulmano». La sindaca di Monfalcone, Annamaria Cisint, è stata quella più infervorata contro l’Imam del suo paese che punterebbe a «sostituirvi».

Di fatto il coinvolgimento è stato basso, meno di un migliaio di persone, anche quando Salvini se l’è presa con la sinistra «che difende i diritti Lgbt e poi l’estremismo islamico», visto che «l’omosessualità a Gaza è punita con 10 anni di carcere» la platea non è impazzita. Che l’armonia dell’esecutivo non sia perfetta l’ha testimoniato anche il guizzo finale sulla “madre di tutte le riforme” di Giorgia Meloni sull’elezione diretta del presidente del Consiglio, visto che Salvini ha ricordato che alla Lega interessa l’Autonomia regionale: «Forse anche di più».

L’altra manifestazione

Tra celebrazioni e palchi, alla fine la manifestazione più appassionata è stata la terza: quella pro Palestina organizzata sempre a Milano e a cui Salvini non ha mancato di fare riferimento: «A qualche centinaio di metri qua c’è una manifestazione in cui urlano “Israele Stato fascista, Stato terrorista”: gli ultimi fascisti sono loro». Ha raggiunto i 4mila partecipanti. Un mondo pieno di voci, dalle femministe di Non una di meno, al partito Marxista Leninista che ha portato il cartello pro Hamas intercettato dal Corriere della Sera. Ma quello che si è visto di più sono state le scritte «stop war» (basta guerra), e la richiesta di un cessate il fuoco. Alla fine nel capoluogo lombardo è stata esposta la bandiera della Palestina con su scritto «Restiamo umani».

 

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